Premesso
che:
la
normativa vigente prevede che “il minore temporaneamente privo di un ambiente
familiare
idoneo”
sia affidato “ad una famiglia, preferibilmente con figli minori” ovvero, in
subordine “ad
una
persona singola” in grado di assicurargli il mantenimento, l’educazione,
l’istruzione e le
relazioni
affettive di cui egli ha bisogno, e che, solo ove ciò non sia possibile “è
consentito
l’inserimento
del minore in una comunità di tipo familiare o, in mancanza, in un istituto di
assistenza
pubblico o privato”. (articolo 2, commi 1 e 2, della legge 4 maggio 1983, n.
184);
atteso
che:
tale
ultima forma di affidamento, peraltro, è prevista come misura assolutamente
temporanea, da
superare
mediante affido “ad una famiglia e, ove ciò non sia possibile, mediante
inserimento in
comunità
di tipo familiare caratterizzate da organizzazione e da rapporti interpersonali
analoghi a
quelli
di una famiglia” (articolo 2, comma 4);
valutato
che:
è
del tutto evidente, dunque, che la ratio complessiva della disciplina,
coerentemente a quanto
previsto
per l’adozione, sia quella di garantire il diritto effettivo del minore a
crescere in una
famiglia
(come peraltro confermato dal titolo stesso della legge: “Diritto del minore ad
una
famiglia),
e che si ricorra all’affido ad una persona single ovvero ad una comunità solo
in via
residuale
e comunque in casi del tutto eccezionali e motivati (ad esempio in presenza di
una persona
legata
al minore da vincoli di parentela o di amicizia);
sottolineato
che:
per
quanto risulta allo scrivente, il fenomeno dell’affido familiare a persone
single o a strutture
comunitarie
risulta al contrario in forte espansione soprattutto negli ultimi anni e
nonostante la
presenza
di un elevato numero di famiglie disponibili all’affidamento e all’adozione;
considerato
che
il
26 Giugno 2019 i Carabinieri, coordinati dal sostituto procuratore Valentina
Salvi, hanno eseguito diverse ordinanze di custodia cautelare tra medici,
personale dei servizi socio-sanitari, dirigenti, assistenti sociali, liberi
professionisti ed amministratori pubblici, indagati in quanto coinvolti in un
presunto business illegale sull’affidamento dei minori tolti alle loro famiglie
naturali, posti in affido e sottoposti alle cure private a pagamento della
Hansel e Gretel; anche alcuni amministratori pubblici, il sindaco di Bibbiano
Andrea Carletti, gli ex-Sindaci Colli e Burani, il Direttore dell’Asl Fausto
Nicolini, sono indagati per la violazione della normativa in merito
all’affidamento di tali incarichi.
Tale
indagine denominata “Angeli e demoni” nasce dal sospetto di un anomalo aumento
di segnalazioni di abusi su minori dei servizi sociali dell’Unione della Val
d’Enza, con la conseguenza di un forte aumento di provvedimenti di
allontanamento dei minori dalle famiglie naturali, e ha sconvolto profondamente
l’opinione pubblica;
evidenziato
che:
dall’inchiesta
“Angeli e demoni” sta emergendo un quadro complessivo drammatico assolutamente
preoccupante,
soprattutto se si considera che dietro tale sistema si celerebbero un business
illecito di diverse centinaia di migliaia di euro e un discutibile movente
ideologico di stampo LGBT;
ricordato
che:
oltre
alla gravità degli eventuali illeciti perpetrati dai soggetti a vario titolo
coinvolti (psicologi,
psicoterapeuti,
operatori socio-sanitari, rappresentanti dei servizi sociali territoriali e
amministratori
locali)
e all’orrore degli abusi (anche di natura psicofisica) commessi sui minori e
sulle loro
famiglie,
ciò che colpisce, infatti, è, per gli inquirenti, il coinvolgimento diretto di
Federica
Anghinolfi,
responsabile del servizio sociale integrato dell’Unione di Comuni della val d’Enza;
secondo
gli inquirenti, sarebbe lei, attivista LGBT e paladina della “genitorialità gay”
e
dell’affido
alle coppie omosessuali, uno dei vertici determinanti del sistema emiliano
dell’affidamento
dei minori e addirittura emergerebbero, in alcuni casi, “collegamenti stretti”
tra le
affidatarie
(omosessuali) e, appunto, le operatrici e dirigenti del servizio sociale;
osservato
che:
la
Anghinolfi ha partecipato in passato a numerosi convegni sul tema, come quello
dello scorso
maggio
2018 a Mantova (dal titolo “AffidarSI: uno sguardo accogliente verso l’affido
LGBT”), in
cui
peraltro sarebbero state presentate le esperienze e (si legge testualmente) le
“buone pratiche di
Comuni
virtuosi che da tempo hanno avviato progettualità specifiche” al riguardo;
ricordato
che:
sarà
compito della magistratura accertare gli eventuali illeciti e le responsabilità
personali, è
assolutamente
prioritario fugare ogni sospetto circa presunte interferenze ideologiche nelle
procedure
di affidamento dei minori che, di fatto, si tradurrebbero nell’adozione di
criteri che
terrebbero
conto dell’orientamento sessuale dell’affidatario, anche al fine di
implementare quelle
progettualità
specifiche funzionali alla valorizzazione e allo sviluppo della “genitorialità
gay”;
si interroga il Sindaco, la Giunta per sapere:
1.
se Federica Anghinolfi, dirigente indagata dei servizi sociali dell’Unione val
d’’Enza sia mai stata assunta, incaricata, abbia svolto servizi, sia stata
membro di commissioni, consulente in qualsiasi forma e modo nella nostra
Unione; in caso affermativo: chiediamo con quali modalità e con quali
motivazioni e da chi sia stata assunta ed incaricata nella nostra Unione;
2.
se i Signori Foti, Bolognini o altri incaricati della Hansel e Gretel abbiano
collaborato a qualsiasi titolo con la nostra Unione
7.
se altri indagati/arrestati dell’inchiesta “Angeli e Demoni” abbiano
collaborato a qualsiasi titolo con l’Unione Colline Matildiche
8.
quanti casi di minori siano stati seguiti e presi in carico dai servizi sociali
dell’Unione fino ad oggi e per quali motivazioni
9.
quanti minori sono stati tolti alle famiglie naturali e affidati a famiglie,
persone, comunità, case famiglia, istituti o altro, dal momento in cui l’Unione
ha iniziato a gestire i servizi sociali alla data della risposta alla presente
interrogazione e, nel dettaglio, quanti di questi siano stati affidati a
persone single ed eventualmente i motivi dell’assegnazione ad un single
piuttosto che ad una famiglia
10.
se esista un regolamento e/o una normativa di riferimento nella scelta delle
famiglie affidatarie, se esiste un albo delle famiglie disponibili ad
accogliere minori, se risulta che i bambini siano stati affidati ad amici/conoscenti
dei responsabili o degli assistenti sociali
11.
il costo complessivo e il costo dettagliato per voci sostenuto anno per anno,
per la presa in carico e l’affido dei minori; il costo delle cure previste per
tali casi; il metodo scelto per l’individuazione e per gli eventuali incarichi
di consulenti, professionisti, avvocati, medici, ecc, e/o se siano stati scelti
i servizi gratuiti dell’Asl