martedì 24 dicembre 2013

ALBINEA NOTIZIE DICEMBRE 2013

ALBINEA, COSI’ VA IL MONDO!
Cari concittadini, siamo alla fine di questo quarto anno di legislatura e rimangono pochi mesi prima di ritrovarci alle urne per decidere a chi affidare la gestione del nostro territorio. Da parte nostra: 5 anni di costruttiva e forte opposizione. Alternativi alla sinistra, alternativi al Partito Democratico, che dove governa localmente lascia il vuoto, vedi la società Fiere di Reggio Emilia o il passivo di oltre 5.000.000,00 di Euro a Castellarano e non ultimo il caso En.Cor a Correggio.
Albinea? Come a Reggio il Sindaco non termina il mandato, non rispetta l’impegno preso e abbandona in anticipo scegliendo il Parlamento. Non abbiamo niente in comune con questa sinistra, che a Rio Saliceto protesta addirittura per una iniziativa sul Beato Rolando Rivi forse perchè si vergogna della propria storia.
Per contrastare l’attuale maggioranza c’è bisogno di una presa di coscienza da parte degli elettori: il “carro” del PD nella nostra comunità, essendo il carro vincente da sempre (ma l’alternanza non era il sale della democrazia???), fa gola a molti, anche a chi per tradizione culturale in passato i comunisti (chiamati spesso mangia-preti) non li poteva soffrire: “nel segreto della cabina elettorale Dio ti vede, Stalin no” ha fatto la storia.
Delle due l’una: o si crede in alcuni valori e non si ha timore di manifestarli, anche a costo di pregiudicare le alleanze politiche; oppure si dice chiaramente che certi valori sono meno importanti di tali alleanze senza prendere in giro gli elettori.
Manca la croce nel cimitero. Noi vorremmo metterla ma il PD ha bocciato la nostra proposta. Chi ha la prelazione? Il sentimento laico o la fierezza religiosa? Dovremmo essere fieramente cristiani e cattolici, con orgoglio e determinazione...non Garçon-Pipi di antichi nemici e nuovi falsi amici.
"Non temo tanto il ringhiare di un lupo quanto il sorriso di un falso”.
Se vincerà Renzi ad Albinea vedremo ancora le feste del PD o ritorneranno le feste de l'Unità? Albinea è uno dei comuni in Provincia con il più alto numero di iscritti al PD, Albinea è anche il comune in Emilia Romagna con il reddito pro-capite più alto della regione. Fare i proletari con la pancia piena....e soprattutto facile fare i bravi amministratori con le casse piene di soldi prelevati dalle tasche dei cittadini è come dice una pubblicità…ti piace vincere facile eh? ...eppure, nonostante tutto, questi amministratori non riescono a rispettare nessun impegno con i propri elettori…15 anni fa il cavallo di battaglia era la caserma dei Carabinieri, ed oggi non è neanche più un progetto perché hanno trovato comoda scorciatoia. La scorsa legislatura era la piscina coperta...e oggi è bene che tutti sappiano che hanno dichiarato che NON si farà (anche se alla notizia non hanno dato così tanta pubblicità). Villa Tarabini ed il Parco Fola dovevano tornare agli antichi sfarzi, per ora NULLA DI FATTO. Per ora banchettano solo i TOPI .
Diverse sono state le giustificazioni : prima il Centrodestra non sapeva governare, poi la crisi, lo spread e il patto di stabilità, poi ancora l’instabilità di governo, Grillo e Renzi (e già, perché se non hanno vinto le elezioni è colpa di Renzi, a dire loro, e adesso sono pronti ad eleggerlo Segretario). Ma la ragione è una sola: hanno preferito spendere i soldi diversamente! Forse sarebbe state più corretto dirlo agli elettori piuttosto che trovare capri espiatori.
In compenso possiamo dire che da 6 mesi a questa parte l'amministrazione, grazie alle mancate dimissioni dell'ex sindaco Incerti, che con un gesto di responsabilità avrebbe dovuto rimettere il mandato nelle mani degli elettori, è rimasta ingessata alle sole decisioni dettate dal calendario istituzionale, e i suoi amministratori sono più impegnati al sostegno dei candidati delle primarie del Partito Democratico che all’amministrazione locale. Quale paese lascia questa amministrazione? Un paese nel quale per qualsiasi motivo nascono comitati per contrastare decisioni dell'amministrazione e poi regolarmente alle elezioni rivotano chi hanno combattuto. Una amministrazione che ci accusa di essere contrari alle iniziative commerciali e alla presenza delle famiglie nelle iniziative sul territorio, solo perchè abbiamo denunciato casi di teppismo e maleducazione, sollecitando una maggior attenzione nei confronti del controllo, del monitoraggio e nella protezione della sicurezza per i suoi cittadini.
Avvicinandoci al Natale, il nostro auspicio è che possa essere davvero un momento di maggior coscienza da parte di ognuno di noi, che aldilà di quello che è l'etichetta delle forze che si contenderanno la maggioranza alle prossime elezioni, gli elettori possano valutare le persone e la loro integrità, e non i benefici che questi potranno riservare in caso di elezione. Un invito ad uscire dalla ipocrisia e dalla logica del tornaconto, consapevoli che solo chi saprà investire su risorse e territorio, anzichè su demagogia e maggiore imposizione fiscale, meriterà di amministrare questo paese. Vi diamo appuntamento alla prossima campagna elettorale, nel frattempo lasciatevi trasportare dalla magia di questo periodo di festa.
Auguriamo a tutti Voi un Felice Santo Natale ed un 2014 ricco di soddisfazioni per le vostre famiglie.

giovedì 28 novembre 2013

IL CONSIGLIO COMUNALE DI ALBINEA MANIFESTI IL PROPRIO DISSENSO PER LA CHIUSURA DI VIA SETTEMBRINI

Abbiamo deciso di presentare un ordine del giorno affinché il consiglio comunale di Albinea esprima dissenso per la chiusura di via Settembrini.
Dopo una lunga sperimentazione, l’amministrazione comunale di Reggio Emilia ha deciso di chiudere la strada in determinate fasce orarie con un dispositivo pilomat, classificando la via come una strada locale di quartiere, dopo aver però praticato nel corso degli anni un’aggressiva urbanizzazione dell’area, aumentando in modo considerevole i residenti e quindi il numero di autoveicoli in transito.
La chiusura ha scatenato la protesta di moltissimi cittadini, fra questi anche i residenti di Albinea, che hanno aderito a comitati contro la chiusura della via.
Riteniamo che il comune di Albinea sia coinvolto direttamente dalla chiusura, primo perché via Settembrini è il naturale proseguimento di via Roncosano, strada comunale albinetana, in secondo luogo perché chiunque percorra via Roncosano in direzione Reggio Emilia è deviato su altri percorsi che costringono l’automobilista ad un maggior tempo di percorrenza.
La viabilità non è una tematica che ogni singolo comune può affrontare da solo, è uno scandalo che il comune di Albinea non sia stato coinvolto in una decisione di questo tipo, sarebbe stato opportuno aprire un tavolo per capire in anticipo le conseguenze e quali altre direttrici sull’asse Albinea – Reggio avrebbero subito i maggiori incrementi di traffico.
Siamo coscienti del fatto che via Settembrini non abbia una carreggiata tale da consentire un grande traffico di attraversamento, ma riteniamo che la chiusura della via sia un grandissimo errore; un modo per scoraggiare l’attraversamento del quartiere poteva e doveva essere trovato: ci sono molti altri mezzi per indurre l’automobilista a scegliere un percorso differente, come dossi, autovelox fissi, indicatori di velocità lampeggianti ecc.
Per tutti questi motivi invitiamo l’intero consiglio comunale di Albinea ad esprimere dissenso per la chiusura della via, esprimendo pieno sostegno ai comitati sorti per protestare contro la chiusura ed invitiamo il Vice Sindaco di Albinea, in caso di votazione favorevole nella seduta di Lunedì 25 Novembre, ad inviare copia dell’ordine del giorno al Vice Sindaco di Reggio Emilia per formalizzare l’atto di protesta.

mercoledì 27 novembre 2013

UNA PESSIMA GIORNATA PER LA STORIA ITALIANA

Una giornata che segnerà la storia, calpestando la Costituzione il centro sinistra ed il movimento 5 stelle voteranno a favore della decadenza del Presidente Silvio Berlusconi.
Uno schiaffo alla democrazia per due motivi:
- il voto avverrà sulla base di una legge utilizzata retroattivamente
- per la prima volta il voto parlamentare che riguarda una persona non sarà segreto, ma palese, come palese è la volontà della sinistra di espellere dal Senato il leader dei moderati italiani degli ultimi 20 anni.

Forza Italia è già passata all'opposizione del governo Letta-Alfano, questo governo aveva 3 missioni:
1) la pacificazione
2) riforme istituzionali
3) scacciare la crisi abbassando le tasse

Missione fallita!

Hanno cercato in tutti i modi di evitare le larghe intese, dopo il voto il corteggiamento (non corrisposto) ai grillini ha solamente prolungato il momento di difficoltà del nostro Paese, l'alleanza con il Popolo della Libertà era la loro ultima soluzione possibile.

Poi la condanna del Presidente, altro che pacificazione, i social network che si riempiono di insulti e foto con i polsi incrociati per mimare il gesto delle manette...
A sinistra sono tutti contenti che Berlusconi venga cacciato dal Parlamento, noi siamo contenti di non essere più alleati di certa gente.

Davide Ganapini






venerdì 22 novembre 2013

Silvio Berlusconi al consiglio nazionale



L'intervento del presidente Silvio Berlusconi al consiglio nazionale del Popolo della Libertà che ha sancito il passaggio a Forza Italia.


Roma, Palazzo dei congressi, 16 novembre 2013.



venerdì 15 novembre 2013

CONSIGLIO NAZIONALE PDL 15/11/2013:MESSAGGIO DEL PRESIDENTE BERLUSCONI

Caro Davide,

domani per il nostro movimento politico è un giorno importante.

E' il giorno in cui insieme sanciremo il ritorno a Forza Italia. E' l'arrivo di un cammino che abbiamo deciso insieme nei mesi passati. Dietro di me, nella foto di famiglia, quel 19 settembre, meno di due mesi fa, mentre inauguravamo la nuova sede del partito, c'erano tutti i dirigenti del nostro grande movimento.

Questa è solo la prima tappa del cammino intrapreso. Da domani tutti dovremo impegnarci a rilanciare davvero il centro-destra italiano, la parte politica in cui si riconosce la maggioranza dei cittadini di questo Paese.

Dovremo lavorare insieme per rilanciare i valori profondi in cui crediamo, quelli che ci hanno tenuto insieme per venti difficili anni. L'efficienza coniugata con l'equità, la meritocrazia e la solidarietà, la giustizia e la libertà, insomma l'orgoglio di lavorare per un Paese diverso e migliore.

Nel mio ultimo video-messaggio ho invitato tutti gli italiani che condividono i nostri valori a scendere in campo con noi, convinto che questa sia davvero l'ultima chiamata, l'ultima chance prima che la nostra Italia precipiti nel baratro della crisi e della ingiustizia.

Ora vi chiedo: dopo lo spettacolo che la nostra classe dirigente ha offerto in queste ultimi giorni, perché un padre di famiglia, una donna, un giovane dovrebbe raccogliere questo appello. Perché i moderati italiani dovrebbero unirsi a noi, quando fossimo noi i primi a dividerci.
In questi giorni ho ascoltato le ragioni di tutti. Con la pazienza che tutti mi riconoscono ho cercato di trovare soluzioni che uniscano, spesso senza comprendere neppure le ragioni di una divisione.

Domani dal palco del Consiglio Nazionale ripeterò quello che ho già detto più e più volte, fino allo sfinimento. Forza Italia è la casa di tutti, di coloro che hanno contribuito a fondarla, di coloro che si sono spesi per farla crescere, di quelli che vi hanno aderito o decideranno, spero, di aderirvi nel prossimo futuro. E' la casa di chi crede nella grande forza dei moderati italiani. E' la casa di chi antepone l'amore all'odio, di chi non coltiva l'invidia e la maldicenza, di tutti coloro che all'egoismo e ai piccoli, talvolta meschini, interessi personali antepongono sempre il bene comune.

Su questi valori, venti anni fa, ho fondato Forza Italia. Non cambierò io, non cambierà Forza Italia. Se così non fosse, se Forza Italia diventasse qualcosa di diverso, di piccolo e meschino, se diventasse preda di una oligarchia, se rischiasse una deriva estremista, sarei io che l'ho fondata a non riconoscermi più in questo progetto. Domani dal palco ripeterò ancora una volta le ragioni per cui è indispensabile restare uniti e lottare insieme, noi moderati per unire i moderati.

Domani sarà l'occasione per confrontarci e discutere. Come si fa in ogni famiglia. Ognuno porterà le sue idee. Ognuno è chiamato a dare il proprio contributo al disegno comune. Con civiltà, senza pregiudizi, senza retro pensieri. 

Domani sarà il momento del confronto, davanti ai nostri elettori, perché a loro, ricordiamolo sempre, dobbiamo la nostra lealtà e a loro dobbiamo garantire il nostro impegno. Ho sentito parlare di raccolte di firme tra i nostri parlamentari: le uniche firme che a me interessano sono quelle di milioni di donne e di uomini che hanno creduto e credono in noi. E che nelle urne ci hanno concesso la loro fiducia.

E dopo aver parlato e ascoltato decideremo insieme il nostro futuro. Ognuno, dopo aver parlato ed ascoltato, sarà libero di fare le sue scelte. Ricordandosi della responsabilità che il voto di milioni di persone ci ha affidato e che a loro e solo a loro ognuno di noi è chiamato a rispondere del proprio operato.

Chi non si riconosce più nei valori del nostro movimento è libero di andarsene. Ma chi ancora ci crede ha il dovere di restare e combattere perché questi valori trionfino finalmente nel nostro Paese. Perché ora più che mai, in questo momento buio per l'economia e per la giustizia, ora più che mai tutti insieme dobbiamo difendere la nostra libertà, dobbiamo batterci con Forza Italia, perché siamo convinti che la difesa della libertà è la missione più alta,  più nobile e più entusiasmante che ci sia.

E' questa la missione principale per poter costruire il nostro Paese come un Paese dove nessuno possa temere se va al Governo il suo avversario politico, un Paese dove lo Stato e le sue istituzioni siano sentite come la casa di tutti e non invece come un nemico, come un nemico che è in agguato, un Paese dove lo Stato attraverso lo strumento fiscale non espropri i cittadini dei risparmi e dei beni che con il loro lavoro e i loro sacrifici sono riusciti a conquistarsi, un Paese dove non ci siano giudici che usino i loro poteri per eliminare gli avversari politici.

Questa è la missione che ci siamo dati a partire dal 1994, la missione per cui siano scesi in campo, la missione per cui abbiamo lottato in questi venti anni sconfiggendo il pericolo di una definitiva presa del Governo da parte di una sinistra che non ha mai rinnegato la sua ideologia e la sua storia.

 

Silvio Berlusconi



martedì 29 ottobre 2013

MANCANZA DI CONTROLLI IN CENTRO AD ALBINEA NELLE SERATE DI MAGGIOR AFFLUSSO

E come in ogni bella favola, anche Albinea da Principessa dopo la mezzanotte ritorna Cenerentola…eh si, perché dopo la mezzanotte ad Albinea le luci si spengono, le famiglie tornano nelle loro amate case, i turisti del fresco ritornano ai luoghi di origine e rimane ad Albinea solo il popolo della notte.
E così Albinea si trasforma in latrina, ogni anfratto, siepe, luogo nascosto e poco illuminato diventa il vespasiano e turca di chi fino a pochi minuti prima vociava nelle strade del centro, bevendo birra, prosecco e Mojito…La movida Albinetana emula quella reggiana ove l’ex Sindaco ora Ministro è stato costretto però ad emettere una ordinanza impopolare ed attivato forze dell’ordine per sconfiggere l’inciviltà.…Albinea riuscirà ad avere lo stesso coraggio? E’ bastato un Venerdì (Venerdì 23 Agosto), forse un po’ più buio del solito per trasformare la siepe di fronte al Comune in un grande vespasiano nel quale non si è salvato nessuno e niente…siepe, macchine e moto.. tutto ciò che poteva offrire un bersaglio è stato ricoperto di urina.
Ma quale è la soluzione a tanta barbarie? Installazione di bagni chimici lungo le vie del paese? Una illuminazione capillare? Il controllo e presidio del territorio assiduo soprattutto nelle ora in cui i più furbi pensano di essere invisibili? Un controllo costante delle forze dell’ordine nella verifica del tasso alcolemico di tanti facinorosi e il ritiro di qualche patente a ragazzini presuntuosamente grandi e comunque grandi etilisti?
I cittadini, contribuenti educati e rispettosi si sentono abbandonati dalle autorità, nei confronti di chi, ripreso nell’espletare funzioni corporali contro i loro cancelli o addirittura dentro il proprio giardino è costretto a subire irrispettosamente minacce e ritorsioni.
Ma i bravi, i buoni, gli onesti chi li tutela più in questo paese? Esistono solo come contribuenti? Perché le lamentele e l’evidenza di tanta inciviltà vengono considerati solo come fastidio anziché essere visti come espressione di un degrado pericoloso e irreversibile? Da amministratori estendiamo l’invito al Vice Sindaco a vivere il territorio non solo negli orari in cui le mamme e i nonni popolano la piazza, ma anche quando gli stessi vorrebbero dormire e non riescono per il vociare e lo schiamazzo di chi temporeggia in strada. Invitiamo il Vice Sindaco e gli altri amministratori a fare un giro nella loro Albinea non solo negli orari in cui possano fare sfoggio della fascia tricolore, ma anche in quelle in cui i loro cittadini subiscono schiamazzi, angherie e soprusi e vedono le loro recinzioni, i cassonetti dell’immondizia diventare bagni pubblici a cielo aperto.
A chi si sta chiedendo perché esprimiamo questo disagio tramite gli organi di stampa anziché nelle sedi istituzionali, rispondiamo che è l’unico modo per ottenere attenzione e ascolto, e se qualcuno gradisse invece che questa diventasse anche una iniziativa politica, rivolgiamo l’invito a mettersi in contatto con il nostro gruppo.

GRUPPO CONSILIARE PDL ALBINEA

venerdì 4 ottobre 2013

UNA DECISIONE INDEGNA, UN COPIONE GIA' SCRITTO.

"Questa indegna decisione é stata frutto non della corretta applicazione di una legge ma della precisa volontà di eliminare per via giudiziaria un avversario politico che non si é riusciti ad eliminare nelle urne attraverso i mezzi della democrazia.

La democrazia di un Paese si misura dal rispetto dalle norme fondamentali poste a tutela di ogni cittadino. Violando i principi della Convenzione Europea e della Corte Costituzionale sulla imparzialità dell'organo decidente e sulla irretroattività delle norme penali oggi sono venuti meno i principi basilari di uno stato di diritto.

Quando si viola lo Stato di diritto si colpisce al cuore la democrazia."
Silvio Berlusconi




giovedì 19 settembre 2013

FORZA ITALIA! VIDEOMESSAGGIO SILVIO BERLUSCONI 18 SETTEMBRE 2013

Care amiche, cari amici,

voglio parlarvi con la sincerità con cui ognuno di noi parla alle persone alle quali vuole bene quando bisogna prendere una decisione importante che riguarda la nostra famiglia. Che si fa in questi casi? Ci si guarda negli occhi, ci si dice la verità e si cerca insieme la strada migliore.

Siete certamente consapevoli che siamo precipitati in una crisi economica senza precedenti, in una depressione che uccide le aziende, che toglie lavoro ai giovani, che angoscia i genitori, che minaccia il nostro benessere e il nostro futuro.

Il peso dello Stato, delle tasse, della spesa pubblica è eccessivo: occorre imboccare la strada maestra del liberalismo che, quando è stata percorsa, ha sempre prodotto risultati positivi in tutti i Paesi dell’Occidente: qual è questa strada? Meno Stato, meno spesa pubblica, meno tasse. Con la sinistra al potere, il programma sarebbe invece, come sempre, altre tasse, un’imposta patrimoniale sui nostri risparmi, un costo più elevato dello Stato e di tutti i servizi pubblici.

I nostri ministri hanno già messo a punto le nostre proposte per un vero rilancio dell’economia, proposte che saranno principalmente volte a fermare il bombardamento fiscale che sta mettendo in ginocchio le nostre famiglie e le nostre imprese.

Ma devo ricordare che gli elettori purtroppo non ci hanno mai consegnato una maggioranza vera, abbiamo sempre dovuto fare i conti con i piccoli partiti della nostra coalizione che, per i loro interessi particolari, ci hanno sempre impedito di realizzare le riforme indispensabili per modernizzare il Paese, prima tra tutte quella della giustizia.

E proprio per la giustizia, diciamoci la verità, siamo diventati un Paese in cui non vi è più la certezza del diritto, siamo diventati una democrazia dimezzata alla mercé di una magistratura politicizzata, una magistratura che, unica tra le magistrature dei Paesi civili, gode di una totale irresponsabilità, di una totale impunità. Questa magistratura, per la prevalenza acquisita da un suo settore, Magistratura Democratica, si è trasformata da “Ordine” dello Stato, costituito da impiegati pubblici non eletti, in un “Potere” dello Stato, anzi in un “Contropotere” in grado di condizionare il Potere legislativo e il Potere esecutivo e si è data come missione, quella - è una loro dichiarazione - di realizzare “la via giudiziaria” al socialismo.

Questa magistratura, dopo aver eliminato nel '92 - '93 i cinque partiti democratici che ci avevano governati per cinquant’anni, credeva di aver spianato definitivamente la strada del potere alla sinistra.
Successe invece quel che sapete: un estraneo alla politica, un certo Silvio Berlusconi, scese in campo, sconfisse la gioiosa macchina da guerra della sinistra, e in due mesi portò i moderati al governo.
Ero io.

Subito, anzi immediatamente, i P.M. e i giudici legati alla sinistra e in particolare quelli di Magistratura Democratica si scatenarono contro di me e mi inviarono un avviso di garanzia accusandomi di un reato da cui sarei stato assolto, con formula piena, sette anni dopo.

Cadde così il governo, ma da quel momento fino ad oggi mi sono stati rovesciati addosso, incredibilmente, senza alcun fondamento nella realtà, 50 processi che hanno infangato la mia immagine e mi hanno tolto tempo, tanto tempo, serenità e ingenti risorse economiche.

Hanno frugato ignobilmente e morbosamente nel mio privato, hanno messo a rischio le mie aziende senza alcun riguardo per le migliaia di persone serie ed oneste che vi lavorano, hanno aggredito il mio patrimonio con una sentenza completamente infondata, che ha riconosciuto a un noto, molto noto, sostenitore della sinistra una somma quattro volte superiore al valore delle mie quote, con dei pretesti hanno attaccato me, la mia famiglia, i miei collaboratori, i miei amici e perfino i miei ospiti.

Ed ora, dopo 41 processi che si sono conclusi, loro malgrado, senza alcuna condanna, si illudono di essere riusciti ad estromettermi dalla vita politica, con una sentenza che è politica, che è mostruosa, ma che potrebbe non essere definitiva come invece vuol far credere la sinistra, perché nei tempi giusti, nei tempi opportuni, mi batterò per ottenerne la revisione in Italia e in Europa.

Per arrivare a condannarmi si sono assicurati la maggioranza nei collegi che mi hanno giudicato, si sono impadroniti di questi collegi, si sono inventati un nuovo reato, quello di “ideatore di un sistema di frode fiscale”, senza nessuna prova, calpestando ogni mio diritto alla difesa, rifiutandosi di ascoltare 171 testimoni a mio favore, sottraendomi da ultimo, con un ben costruito espediente, al mio giudice naturale, cioè a una delle Sezioni ordinarie della Cassazione, che mi avevano già assolto, la seconda e la terza, due volte, su fatti analoghi negando - cito tra virgolette - “l’esistenza in capo a Silvio Berlusconi di reali poteri gestori della società Mediaset”.

Sfidando la verità, sfidando il ridicolo, sono riusciti a condannarmi a quattro anni di carcere e soprattutto all’interdizione dai pubblici uffici, per una presunta ma inesistente evasione dello zero virgola, rispetto agli oltre 10 miliardi, ripeto 10 miliardi di euro, quasi ventimila miliardi di vecchie lire, versati allo Stato, dal '94 ad oggi, dal gruppo che ho fondato.

Sono dunque passati vent’anni da quando decisi di scendere in campo.

Allora dissi che lo facevo per un Paese che amavo.

Lo amo ancora, questo Paese, nonostante l’amarezza di questi anni, una grande amarezza, e nonostante l’indignazione per quest’ultima sentenza paradossale, perché, voglio ripeterlo ancora, con forza,
“io non ho commesso alcun reato,
io non sono colpevole di alcunché,
io sono innocente,
io sono assolutamente innocente”.

Ho dedicato l’intera seconda parte della mia vita, quella che dovrebbe servire a raccogliere i frutti del proprio lavoro, al bene comune.

E sono davvero convinto di aver fatto del bene all’Italia, da imprenditore, da uomo di sport, da uomo di Stato.
Per il mio impegno ho pagato e sto pagando un prezzo altissimo, ma ho l’orgoglio di aver impedito la conquista definitiva del potere alla sinistra, a questa sinistra che non ha mai rinnegato la sua ideologia, che non è mai riuscita a diventare socialdemocratica, che è rimasta sempre la stessa: la sinistra dell’invidia, del risentimento e dell’odio.

Devo confessare che sono orgoglioso, molto orgoglioso, di questo mio risultato.

Proprio per questo, adesso, insistono nel togliermi di mezzo con un’aggressione scientifica, pianificata, violenta del loro braccio giudiziario, visto che non sono stati capaci di farlo con gli strumenti della democrazia.
Per questo, adesso, sono qui per chiedere a voi, a ciascuno di voi, di aprire gli occhi, di reagire e di scendere in campo per combattere questa sinistra e per combattere l’uso della giustizia a fini di lotta politica, questo male che ha già cambiato e vuole ancora cambiare la storia della nostra Repubblica.

Non vogliamo e non possiamo permettere che l’Italia resti rinchiusa nella gabbia di una giustizia malata, che lascia tutti i giorni i suoi segni sulla carne viva dei milioni di italiani che sono coinvolti in un processo civile o penale. È come per una brutta malattia: uno dice “a me non capiterà”, ma poi, se ti arriva addosso, entri in un girone infernale da cui è difficile uscire.

Per questo dico a tutti voi, agli italiani onesti, per bene, di buon senso: reagite, protestate, fatevi sentire. Avete il dovere di fare qualcosa di forte e di grande per uscire dalla situazione in cui ci hanno precipitati.
So bene, quanto sia forte e motivata la vostra sfiducia, la vostra nausea verso la politica, verso “questa” politica fatta di scandali, di liti in tv, di una inconcludenza e di un qualunquismo senza contenuti: una politica che sembra un mondo a parte, di profittatori e di mestieranti drammaticamente lontani dalla vita reale.
Ma nonostante questo, ed anzi proprio per questo, occorre che noi tutti ci occupiamo della politica. È sporca? Ma se la lasci a chi la sta sporcando, sarà sempre più sporca… Non te ne vuoi occupare? Ma è la politica stessa che si occuperà comunque di te, della tua vita, della tua famiglia, del tuo lavoro, del tuo futuro.
È arrivato quindi davvero il momento di svegliarci, di preoccuparci, di ribellarci, di indignarci, di reagire, di farci sentire.

È arrivato il momento in cui tutti gli italiani responsabili, gli italiani che amano l’Italia e che amano la libertà, devono sentire il dovere di impegnarsi personalmente.

Per questo credo che la cosa migliore da fare sia quella di riprendere in mano la bandiera di Forza Italia.
Perché Forza Italia non è un partito, non è una parte, ma è un’idea, un progetto nazionale che unisce tutti.
Perché Forza Italia è l’Italia delle donne e degli uomini che amano la libertà e che vogliono restare liberi.
Perché Forza Italia è la vittoria dell’amore sull’invidia e sull’odio.

Perché Forza Italia difende i valori della nostra tradizione cristiana, il valore della vita, della famiglia, della solidarietà, della tolleranza verso tutti a cominciare dagli avversari.

Perché Forza Italia sa bene che lo Stato deve essere al servizio dei cittadini e non invece i cittadini al servizio dello Stato.

Perché Forza Italia è l’ultima chiamata prima della catastrofe.

È l’ultima chiamata per gli italiani che sentono che il nostro benessere, la nostra democrazia, la nostra libertà sono in pericolo e rendono indispensabile un nuovo, più forte e più vasto impegno.

Forza Italia sarà un vero grande movimento degli elettori, dei cittadini, di chi vorrà diventarne protagonista.

Una forza che può e che deve conquistare la maggioranza dei consensi perché, vi ricordo, che solo con una vera e autonoma maggioranza in Parlamento si può davvero fare del bene all’Italia, per tornare ad essere una vera democrazia e per liberarci dall’oppressione giudiziaria, per liberarci dall’oppressione fiscale, per liberarci dall’oppressione burocratica.

Per questo vi dico: scendete in campo anche voi.

Per questo ti dico: scendi in campo anche tu, con Forza Italia.

Diventa anche tu un missionario di libertà, diffondi i nostri valori e i nostri programmi, partecipa ai nostri convegni e alle nostre manifestazioni, impegnati nelle prossime campagne elettorali e magari anche nelle sezioni elettorali per evitare che ci vengano sottratti troppi voti, come purtroppo è sempre accaduto.

Voglio ripeterlo ancora: in questo momento, nella drammatica situazione in cui siamo, ogni persona consapevole e responsabile che vuol continuare a vivere in Italia ha il dovere di occuparsi direttamente del nostro comune destino.

Io sarò sempre con voi, al vostro fianco, decaduto o no. Si può far politica anche senza essere in Parlamento. Non è il seggio che fa un leader, ma è il consenso popolare, il vostro consenso. Quel consenso che non mi è mai mancato e che, ne sono sicuro, non mi mancherà neppure in futuro. Anche se, dovete esserne certi, continueranno a tentare di eliminare dalla scena politica, privandolo dei suoi diritti politici e addirittura della sua libertà personale, il leader dei moderati, quegli italiani liberi che, voglio sottolinearlo, sono da sempre la maggioranza del Paese e lo saranno ancora se sapranno finalmente restare uniti.

Sono convinto che mi state dando ragione, sono convinto che condividete questo mio allarme, sono convinto che saprete rispondere a questo mio appello, che è prima di tutto una testimonianza di amore per la nostra Italia.
Sono convinto che mi state dando ragione, sono convinto che condividete questo mio allarme, sono convinto che saprete rispondere a questo mio appello, che è prima di tutto una testimonianza di amore per la nostra Italia.
E dunque: Forza Italia! Forza Italia! Forza Italia! Viva l’Italia, viva la libertà: la libertà è l’essenza dell’uomo e Dio creando l’uomo, l’ha voluto libero.

giovedì 5 settembre 2013

GAZEBO PDL ALBINEA, RACCOLTA FIRME REFERENDUM PER UNA "GIUSTIZIA GIUSTA"

Sabato 7 Settembre 2013, dalle ore 08:30 alle 13:00 e dalle 14:00 alle 18:00, ad Albinea (RE) sarà allestito un gazebo del Popolo della Liberta' per la raccolta firme a sostegno dei Referendum per una "Giustizia Giusta".

PER LA RESPONSABILITA' CIVILE DEI MAGISTRATI
Con questi due quesiti si intende rendere più agevole per il cittadino l’esercizio dell’azione civile risarcitoria (indiretta) nei confronti dei magistrati, e ciò anche per i danni da questi cagionati nell’attività di interpretazione delle norme di diritto o nella valutazione dei fatti e delle prove.

PER IL RIENTRO NELLE FUNZIONI PROPRIE DEI MAGISTRATI FUORI RUOLO
Si intende porre un freno al fenomeno dei cosiddetti “fuori ruolo”, ossia a quei magistrati collocati presso gli uffici legislativi dei gabinetti ministeriali, garantendo con ciò la separazione dei poteri ed eliminando la commistione tra magistratura e alta amministrazione.

CONTRO L'ABUSO DELLA CUSTODIA CAUTELARE
Lo strumento della custodia cautelare in carcere ha subìto una radicale trasformazione: da istituto con funzione prettamente cautelare, a vera e propria forma anticipatoria della pena con evidente violazione del principio costituzionale della presunzione di non colpevolezza. Con questo referendum si intende quindi limitare la possibilità di ricorrere al carcere prima di una sentenza definitiva.

PER L'ABOLIZIONE DELL'ERGASTOLO
Abolire il carcere a vita significa superare il concetto di pena come vendetta sociale. In molti Paesi europei, e non solo europei, l’ergastolo non è previsto neppure come ipotesi. Quello che deve essere chiaro, al di là delle opinioni politiche e personali, è che la nostra Costituzione afferma che la pena deve tendere alla rieducazione del condannato. E il ‘fine pena mai’ è incompatibile con questo principio costituzionale.

PER LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE DEI MAGISTRATI
Il modello processuale del Giusto Processo imposto dall’art. 111 della Costituzione e proprio di ogni democrazia liberale, non può realizzarsi senza un giudice “terzo”, ossia realmente equidistante tra il Pubblico Ministero e il difensore.

mercoledì 28 agosto 2013

PROMESSO, REALIZZATO! BASTA IMU SULLA PRIMA CASA

Promesso. Realizzato. Sull’Imu sulla prima casa e sui terreni e fabbricati funzionali alle attività agricole abbiamo mantenuto gli impegni.

E l’etica in politica é mantenere la parola data. In campagna elettorale ci eravamo impegnati a eliminare l’Imu. Non era un impegno tra i tanti, ma un punto cardinale, pratico e simbolico, del programma con cui a febbraio abbiamo ottenuto molti milioni di voti e che per questo abbiamo voluto come scelta qualificante negli accordi che hanno portato alla formazione del governo di larghe intese.

In Italia l’80% delle famiglie sono proprietarie della casa in cui abitano e la casa é il pilastro su cui devono poter fondare la sicurezza del loro futuro. Preservarla é per noi un dovere morale.

Il Popolo della Libertà ha rispettato il patto con i suoi elettori e il presidente Letta ha rispettato le intese con il Pdl. Gli effetti positivi vanno a beneficio di tutti i cittadini. Si vedranno subito, a partire dal settore edile che e’ trainante per l’economia, e consentiranno al nostro Paese di agganciare la ripresa nell’ultimo trimestre dell’anno.

domenica 18 agosto 2013

BILANCIO DI PREVISIONE 2013, CHE FRETTA C’ERA?

Numerosi sono i provvedimenti che il governo nazionale dovrà affrontare e che ricadranno anche sulle economie dei singoli comuni: cosa verrà deciso sull’IMU prima casa, temporaneamente sospesa? E quale sarà la sorte dell’aumento dell’IVA? Per questo motivo il termine ultimo per l’approvazione del bilancio di previsione 2013 è stato prorogato al 30 Settembre.
La scelta dell’amministrazione albinetana di approvarlo a fine Giugno non trova giustificazioni sufficienti, senza avere un quadro globale delle entrate e delle spese, come potremo fare una previsione adesso di quello che potrà accadere?
L’incertezza regna sovrana, e questo clima non aiuta sicuramente a ricucire il rapporto fra cittadinanza e politica, l’amministrazione per la prima volta non ha organizzato serate pubbliche di illustrazione del bilancio: mai come adesso gli amministratori locali dovrebbero restare vicini ai cittadini per rassicurarli, per fermare le derive populiste, per spiegare cosa stanno facendo per loro.
Invece prendiamo atto del distacco totale fra eletti ed elettori, dato che non vale nemmeno la pena organizzare una serata pubblica.
Ma cosa avrebbero dovuto spiegare i nostri amministratori in quella serata?
Forse ci avrebbero raccontato che le tariffe IMU e addizionale comunale IRPEF sono rimaste invariate rispetto all’anno precedente; peccato che siano a livelli altissimi e che invece un segnale al ribasso andava dato, visto che invece la modifica della tariffa rifiuti in TARES costerà ai cittadini un 3% di aumento.
Perchè lasciarla in gestione un altro anno ad Iren, dato che c’era la possibilità già da quest’anno di gestirla a livello comunale?
O forse ci avrebbero raccontato che la piscina coperta, promessa ad inizio mandato, dopo un bando deserto è stata per l’ennesima volta rinviata di un anno, più che ad una piscina ci troviamo di fronte ad un clamoroso buco nell’acqua…non ci stupiremmo a questo punto di ritrovarla nuovamente come punto cardine della campagna elettorale per le comunali 2014.
Ci avrebbero raccontato che sono previsti fondi per un altro intervento di riqualificazione di Villa Tarabini, ma non ci avrebbero detto che ad oggi non ci sono progetti all’orizzonte sull’immobile, che possano realmente portare beneficio al comune.
Avrebbero pubblicizzato con grande enfasi i 300.00,00 Euro stanziati per “riportare” fra le mura dell’asilo nido l’unica sezione distaccata adiacente alla Caserma dei Carabinieri, operazione di per sé leggitima, ma che nasconde la ristrutturazione e l’ampliamento dell’attuale Caserma…ma non avevano promesso una caserma nuova di zecca? Ma non era stato criticato il gruppo PDL quando aveva detto che il bando era impresentabile e che nessuno avrebbe aderito? Si sono forse accorti dell’errore commesso e non vogliono ammetterlo?
Ora capiamo perché non hanno organizzato riunioni pubbliche, forse le cose da non dire iniziano a superare quelle da dire, quindi tanto vale decidere nelle riunioni di giunta…abbiamo votato contrario, e non siamo per nulla dispiaciuti!

venerdì 2 agosto 2013

DAL MALE DOBBIAMO SAPER FAR USCIRE UN BENE







Dal male dobbiamo saper far uscire un bene
Continueremo la nostra battaglia di libertà con Forza Italia

1 - Ringrazio innanzitutto i miei figli che in questa occasione come sempre mi hanno circondato di cure e di amore.
2 - Ringrazio i miei difensori che hanno illustrato le mie ragioni.
3 - Ringrazio tutti gli amici del Popolo della Libertà e della Lega che mi sono sempre stati vicini manifestandomi stima e affetto.
4 - Ringrazio di cuore tutti di italiani che mi hanno sostenuto e che mi hanno addirittura sommerso con migliaia di messaggi di apprezzamento e di auguri.

La sentenza di oggi mi conferma nell’opinione che una parte della magistratura, nel nostro Paese sia diventata un soggetto irresponsabile, una variabile incontrollabile ed incontrollata, che è assurta da “ordine dello Stato” (con magistrati non eletti dal popolo ma selezionati attraverso un concorso come tutti i funzionari pubblici) a un vero e proprio “potere dello Stato”. Questo nuovo ed illimitato potere dello Stato ha condizionato permanentemente la vita politica italiana, dalle inchieste di Tangentopoli fino ad oggi.

Dal ‘92 al ‘93 il corso della vita politica è stato letteralmente condizionato dall’azione fuorviante di una parte della magistratura che ha preteso di assurgere ad un ruolo di rinnovamento morale in nome di una presunta rivoluzione etica, mettendo fuori gioco, con i loro leaders, i 5 partiti democratici che avevano governato l’Italia per oltre mezzo secolo e che, nonostante alcune ombre, avevano comunque assicurato il benessere e difeso la libertà e la democrazia dalla minaccia del comunismo.

Si credeva così di aver assicurato alla sinistra la presa e il mantenimento definitivo del potere.

Ma uno sconosciuto signore, certo Silvio Berlusconi, scese in campo per contrastare il passo al partito comunista e in due mesi vinse le elezioni ottenendo il governo del Paese. Da quel momento si scatenò contro di lui una azione ininterrotta della magistratura che nel ’94 fece cadere il governo, tramite un’accusa di corruzione cui seguì una assoluzione con formula piena, una azione che si sviluppò poi con oltre 50 processi di cui 41 conclusi senza essere riusciti a raggiungere una condanna.

Ma questo ormai lo sanno tutti. Invece per quanto riguarda ciò che è accaduto alla mia persona, e solo dopo la mia decisione di occuparmi della cosa pubblica, nessuno può comprenderlo. Nessuno può comprendere la carica di vera e propria violenza che mi è stata riservata in seguito a una serie incredibile di accuse e di processi che non hanno alcun fondamento nella realtà: un vero e proprio accanimento giudiziario che non ha eguali nel mondo civile.

E anche negli ultimi giorni sono rimasto allibito nel leggere assolute falsità sui giornali che sostengono la sinistra.

Io non sono mai stato socio occulto di alcuno, non ho ideato mai alcun sistema di frode fiscale, nella storia Mediaset non esiste alcuna falsa fattura, così come non esiste alcun fondo occulto all’estero che riguardi me e la mia famiglia.
Viviamo davvero in un Paese in cui la maggior parte dei reati e dei crimini non vengono neppure perseguiti, un Paese che non sa essere giusto, soprattutto verso i cittadini onesti e verso tutti coloro che, come me, hanno sempre compiuto il proprio dovere, nel lavoro così come nella vita pubblica.

Io sono fiero di aver creato con le mie sole capacità un grande gruppo imprenditoriale, che ha dato lavoro a migliaia e migliaia di collaboratori, avendo l’orgoglio di non aver mai, in decenni di attività, licenziato uno solo dei collaboratori delle mie aziende.

Sono fiero di aver contribuito alla ricchezza dell’intero Paese, versando allo Stato miliardi e miliardi di euro di imposte ed offrendo con le mie televisioni non solo uno strumento di crescita per le aziende italiane, ma anche una maggiore libertà e pluralità al mondo dell’informazione.

Quando ho deciso di occuparmi della cosa pubblica, cercando di chiamare all’impegno pubblico le energie migliori della società civile, ho dato un contributo alla modernizzazione del nostro Paese e ho messo tutte le mie forze nel tentativo di realizzare una rivoluzione liberale che non si è completamente adempiuta per le insuperabili resistenze dei partiti alleati ed anche perché tante sono in Italia le resistenze e gli ostacoli al cambiamento.
Sono anche sicuro di aver rappresentato al meglio l’Italia nel mondo, facendo in modo che divenisse protagonista e non subalterna alle grandi potenze mondiali, tutelando sempre i nostri interessi e la nostra dignità.
In cambio di tutto ciò, in cambio dell’impegno che ho profuso nel corso di quasi vent’anni a favore del mio Paese, giunto ormai quasi al termine della mia vita attiva, ricevo in premio delle accuse e una sentenza fondata sul nulla assoluto, che mi toglie addirittura la mia libertà personale e i miei diritti politici.
È cosi che l’Italia riconosce i sacrifici e l’impegno dei suoi cittadini migliori? È questa l’Italia che amiamo? È questa l’Italia che vogliamo?
No di certo. Per queste ragioni dobbiamo continuare la nostra battaglia di libertà restando in campo e chiamando con noi in campo, ad interessarsi del nostro comune destino, i giovani migliori e le energie migliori del mondo dell’imprenditoria, delle professioni e del lavoro.

Insieme a loro rimetteremo in campo Forza Italia e chiederemo agli italiani di darci quella maggioranza che è indispensabile per modernizzare il Paese, per fare le riforme a partire dalla più indispensabile di tutte che è la riforma della giustizia per non essere più un Paese sottoposto ad un esercizio assolutamente arbitrario del più terribile dei poteri: quello di privare un cittadino della sua libertà.
Dal male dobbiamo saper far uscire un bene. Che i miei più di 50 processi e questa sentenza facciano aprire gli occhi a quegli italiani che sino ad ora non sono stati consapevoli della realtà del Paese, ed hanno sprecato il loro voto o addirittura non hanno votato.
Tutti insieme, se sapremo davvero stare insieme, recupereremo la vera libertà, per noi e per i nostri figli.
Viva l'Italia!
Viva Forza Italia!

venerdì 14 giugno 2013

ALBINEA, SI VOTA FRA UN ANNO…E NEL FRATTEMPO?

Dall’ultimo numero di Albinea Notizie è successo di tutto…l’ex sindaco Incerti ha abbandonato per ricoprire un incarico a Roma e da allora sembra che ad Albinea la vita si sia fermata. In 3 mesi abbiamo avuto 2 consigli comunali con ordini del giorno istituzionali improrogabili, diversamente non si sarebbe fatto niente, nessuna decisione da prendere, nessun progetto da proporre, nessuna soluzione ai tanti problemi che oggi più che mai coinvolgono le nostre famiglie. Ma ultimamente il PD è più impegnato a risolvere il problemi di gerarchie interne. Il Sindaco ha abbandonato “tradendo” il suo elettorato e lasciando inevasi i suoi impegni elettorali, dalla realizzazione della Piscina Coperta, della Caserma Carabinieri, alla riqualificazione del Parco Fola e della frazione di Noce. Unica eredità certa, di questa amministrazione, è l’aumento della pressione fiscale sulle famiglie.


Da poco approvato il bilancio consuntivo 2012, il Sindaco lascia il Comune con una pressione fiscale troppo elevata a carico dei cittadini, (da noi in precedenza denunciata e per questo apostrofati come bugiardi), che per quanto riguarda l’addizionale comunale IRPEF è passata dai 573.085,00 Euro del 2011 ai 940.000,00 Euro del 2012, praticamente raddoppiata; l’IMU ha portato nelle casse comunali 2.713.970,00 Euro, di cui ben 940.000,00 per l’abitazione principale; contestualmente i servizi, la manutenzione delle strade e del verde è peggiorata al punto da trasformare il nostro territorio in un campo di battaglia.

Lenta nelle potenzialità, veloce nella negatività. Slogan che calza a pennello per questa amministrazione.

Mentre vengono sfruttate immediatamente tutte le possibilità per aumentare le tasse, non riscontriamo adeguata prontezza nell’analisi dei nuovi problemi che sorgono sul territorio: primi fra tutti Sviluppo, Sicurezza, Viabilità.

Albinea è il Comune più ricco di tutta l’Emilia Romagna, ed il controsenso è che uno dei settori più in difficoltà sia il commercio al dettaglio. Perché l’amministrazione non promuove politiche tese ad incentivare i cittadini a spendere sul territorio comunale? Perché non aiutare i commercianti nella promozione delle loro attività? Perché non privilegia come suoi fornitori e prestatori di servizi quelli residenti sul territorio, permettendo agli operatori locali di mantenere sul territorio le risorse pubbliche?

Capitolo sicurezza: a fronte dell’incremento nel numero di reati non sono state adottate misure idonee per la tutela dei cittadini. Nessuna azione coordinata per migliorare la copertura del territorio utilizzando le risorse già disponibili di Carabineri e Polizia Municipale

La realizzazione della Caserma dei Carabinieri rimane uno dei punti ricorrenti nei programmi elettorali della maggioranza e da ormai 10 anni rimane irrealizzata. Abbiamo già perso la sede della Polizia Municipale, mai vorremmo vedere che a causa di questi ritardi fossimo costretti a dover rinunciare anche al presidio dei Carabinieri. A Borzano, particolarmente colpita da reati contro il patrimonio a fine 2012, non è stato ipotizzato neanche un presidio di videosorveglianza, che sarebbe di facile realizzazione per la fortunata posizione geografica, forse dovremo solo attendere episodi maggiormente cruenti per poter poi piangere e rincorrere la soluzione più idonea.

Nel nostro piccolo continuiamo a portare proposte e contributi, proseguiamo nel monitoraggio di spese e qualità dei servizi. E’ di qualche giorno fa la nostra pubblica denuncia sul pessimo stato in cui i parchi pubblici e parchi giochi per i nostri bambini sono stati lasciati dopo l’inverno. E siamo orgogliosi del fatto che grazie ad una nostra mozione, presentata e approvata all’unanimità sia in consiglio comunale ad Albinea che nel consiglio della Provincia di Reggio Emilia, verrà a breve istituito un tavolo di lavoro fra Provincia, Comune di Albinea e rappresentanti dell’Istituto Gobetti di Scandiano per valutare finalmente l’istituzione del collegamento scolastico fra Albinea e l’Istituto Gobetti per offrire la possibilità agli studenti di scegliere fra le scuole superiori di Reggio Emilia o Scandiano.

La maggioranza PD ad Albinea è povera di soluzioni a questo momento di difficoltà , più impegnata nella politica nazionale che nelle concrete difficoltà locali . E’ giunto il momento di cambiare! L’alternanza è la base della democrazia . Coloro che sino ad ora hanno sostenuto codesta maggioranza, aprano gli occhi,e valutino più attentamente le proposte e i programmi e magari alle prossime elezioni provino a guardare a chi ha idee nuove e proposte concrete ai loro problemi .

Restiamo come sempre a vostra completa disposizione per segnalazioni e suggerimenti.

giovedì 9 maggio 2013

IN RICORDO DI GIULIO ANDREOTTI

Ho avuto il piacere di incontrare dal vivo Giulio Andreotti nel 2004, nonostante gli 85 anni di età rimasi colpito da come sapeva tenere "incollata" la platea, intervallando il ricordo di De Gasperi alle sue immancabili battute.
Al termine una stretta di mano, un autografo ed un ricordo che non si cancellerà mai...
Grazie di tutto


venerdì 3 maggio 2013

LE CONDIZIONI DEL PARCO PUBBLICO DI BORZANO NON SONO PIU’ TOLLERABILI

Il parco pubblico di Borzano è in condizioni pessime, non vengono effettuate manutenzioni da tempo, nemmeno le più semplici, fatta eccezione per il rubinetto della fontana, l’unica riparazione che si ricordi negli ultimi mesi.


L’erba è altissima, raggiunge il livello della seduta delle panchine, le gambe dei bambini che giocano nel parchetto praticamente non si vedono…i sassi del ciotolato della piazzetta centrale hanno lasciato posto alla sabbia, rimossi probabilmente a causa delle cattive condizioni meteo dell’ultimo inverno; i lampioni sono stati distrutti da qualche vandalo che non ha trovato niente di meglio da fare che tirare i sassi del ciotolato contro i lampioni per infrangere le bocce di plastica che racchiudono le lampade.

Lo scivolo è imbrattato da scritte, sicuramente poco educative per i bambini; il cesto in cui i bambini si siedono e si lasciano dondolare come un’altalena è poco sicuro, in alcuni punti si vede il fondo a dimostrazione che l’incolumità dei bambini stessi è a rischio.

Queste sono le condizioni attuali, dimostrate dalle immagini, invitiamo l’amministrazione comunale albinetana ad effettuare le manutenzioni, che puntualmente vengono fatte solo ed esclusivamente prima di eventi importanti per la comunità locale, come se si volesse correre ai ripari prima dell’afflusso di molte persone.

Per la fiera di Luglio ,ad esempio, il parco è sempre in perfette condizioni, quindi, dato che Domenica 5 Maggio a Borzano si terranno contemporaneamente le Prime Comunioni in Parrocchia, e la manifestazione podistica “Un gir per Bursan” per le vie del paese, auspichiamo che anche questa volta l’amministrazione comunale in fretta e furia cancelli le prove delle condizioni del parco.

Proponiamo inoltre che questo spazio, utilizzato soprattutto da bambini per giocare e dai loro genitori, o da anziani che si fermano all’ombra di qualche pianta per scambiare due chiacchiere, venga adeguatamente recintato (una staccionata, una siepe) in modo che venga marcata la divisione fra il parco e la strada asfaltata adiacente.






sabato 27 aprile 2013

LA NUOVA SQUADRA DI GOVERNO

Presidente del Consiglio: Enrico Letta (Pd)


Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio: Filippo Patroni Griffi

Vicepremier e Interni: Angelino Alfano (Pdl)

Esteri: Emma Bonino (Radicali)

Affari Europei: Enzo Moavero Milanesi (Scelta Civica)

Giustizia: Anna Maria Cancellieri

Economia e Finanze: Fabrizio Saccomanni

Difesa...: Mario Mauro (Scelta Civica)

Rapporti con il Parlamento: Dario Franceschini (Pd)

Lavoro e Politiche Sociali: Enrico Giovannini

Infrastrutture e trasporti: Maurizio Lupi (Pdl)

Sviluppo: Flavio Zanonato (Pd)

Pari Opportunità, Sport e politiche giovanili: Josefa Idem (Pd)

Riforme Costituzionali: Gaetano Quagliarello (Pdl)

Affari Regionali: Gaetano Delrio (Pd)

Coesione Territoriale: Carlo Trigilia

Salute: Beatrice Lorenzin (Pdl)

Agricoltura: Nunzia De Girolamo (Pdl)

Semplificazione: Giampiero D’Alia (Scelta Civica)

Beni Culturali e Turismo: Massimo Bray (Pd)

Integrazione: Cecile Kyenge (Pd)

Istruzione: Maria Chiara Carrozza (Pd)

Ambiente: Andrea Orlando (Pd)

martedì 16 aprile 2013

BARI, 13 APRILE 2013 DISCORSO INTEGRALE DI SILVIO BERLUSCONI

Carissime amiche, carissimi amici,


siamo tanti, siamo tantissimi. Grazie di essere qui!



Vedervi da qui è davvero uno spettacolo meraviglioso.

Noi siamo le donne e gli uomini che amano la libertà e che vogliono restare liberi. Siamo i soldati della democrazia e della libertà. Siamo un Popolo che sa amare, che sa creare, siamo un popolo che rinnega ogni giorno la logica dell’invidia e dell’odio. Noi siamo anche quelli che sanno ridere e sorridere. Siamo i moderati italiani, siamo il Popolo della libertà e siamo l’unico vero baluardo della democrazia e della libertà per l’Italia e per gli italiani.

E allora cominciamo subito… Devo farvi prima di tutto un complimento e un ringraziamento.

“Grazie, Bari! Grazie, Puglia!”



Nella vostra Regione, dove pure siamo all’opposizione, alle elezioni di febbraio il Popolo della Libertà si è classificato al primo posto, è stato il primo partito! Ed ha ottenuto anche la percentuale più alta di voti tra tutte le regioni italiane. Deve essere un grande orgoglio, e insieme una grande responsabilità per tutti voi e per tutti noi.

Io sono qui oggi perché ho sentito il dovere e la gioia di rendere onore alla fiducia che le donne e gli uomini della Puglia ci hanno accordato. Ho deciso di essere qui per ringraziarvi “personalmente” per la vostra scelta, per il vostro voto, per la vostra vicinanza, per il vostro affetto. Grazie, grazie di cuore!

Ecco, il vostro entusiasmo mi conferma in un convincimento: o c’è subito un governo forte per l’Italia, oppure è meglio ridare immediatamente la parola agli italiani, votando a giugno.

Nonostante tutto questo, devo darvi anche una delusione. So che ne sarete dispiaciuti, molto dispiaciuti, ma devo dirvi che oggi qui sul palco, qui con noi, non ci sarà Nichi Vendola!

Dite la verità: vi aspettavate di trovarvelo anche qui, Nichi, perché è dappertutto. Confessate: lo volevate sentire, volevate ascoltare una di quelle sue fantastiche “narrazioni”, uno di quei suoi discorsi di due ore dopo i quali ci si sente tutti un po’ stupidi, un po’ tanto stupidi, perché non si è capito niente?

No, oggi qui non c’è Nichi, non ci sono le sue surreali elucubrazioni, ci sono solo io, e dovete accontentarvi. Dovete farvene una ragione.

Comunque, a Nichi mandiamo tutti quanti un saluto affettuoso. Ci rifaremo la prossima volta.



Oggi ci sono solo io, e voglio salutare da qui una persona che stimo e a cui voglio bene, e so che gli volete bene anche voi.

E’ stato un giovanissimo Presidente di questa Regione, dove ha introdotto riforme coraggiose.

E’ stato un bravissimo Ministro del mio governo

E’ ancora un ragazzo ma ha già tantissima esperienza alle spalle: è il nostro, il vostro Raffaele Fitto.

Caro Raffaele, ti abbraccio e ti voglio bene.

Tutti qui ti vogliono bene.

Ho un ricordo preciso. Eravamo al Governo, era una giornata in cui avevo subito uno dei tanti assurdi attacchi della guerra dei vent’anni che i magistrati politicizzati, da vent’anni appunto, stanno conducendo contro di me. Raffaele mi venne vicino e mi disse: “Presidente, solo chi ci è passato può capire cosa provi”.

E’ così, Raffaele. Noi dobbiamo far capire a tutti proprio questo: io (e anche tu) siamo persone forti, abbiamo le spalle larghe, abbiamo i mezzi per difenderci, ci battiamo, resistiamo, ma se queste stesse cose capitassero a un cittadino qualsiasi, come potrebbe difendersi?

Come potrebbe impedire che la sua vita venga distrutta?

Che la sua impresa vada in rovina?

Che la sua famiglia subisca conseguenze tremende?

Stiamo attenti: può capitare a tutti, è già capitato a tanti…Tutti possiamo finire nel tritacarne giudiziario semplicemente perché qualcuno, per qualsiasi motivo, ha deciso di prenderci di mira, di farci del male.

E la persecuzione giudiziaria ha già di fatto pesantemente condizionato in tutti questi anni la vita politica e la guida del Paese, e ha danneggiato direttamente tutti gli italiani. Quindi non è solo un pericolo e un danno potenziale alla libertà di ciascuno di noi, ma è stato ed è un danno effettivo, economico e sociale, perché ha ostacolato e ostacola il governo del Paese e anche le riforme. Vi ricordate quando ci hanno mandato a casa dal governo nel ’94 con una accusa dalla quale sono stato poi assolto con formula piena per non aver commesso il fatto, perché il fatto non sussiste?

E loro, i magistrati, neanche pagano per i loro errori…Noi chiediamo che i magistrati debbano rispondere come tutti i professionisti dei loro errori, se commessi con malafede o con grave negligenza. Nel 1987, dopo la commovente e tragica battaglia di Enzo Tortora, l’80% per cento degli italiani disse sì alla responsabilità civile dei magistrati, ma, subito dopo, quella decisione fu tradita. Noi vogliamo ripercorrere la via decisa dal popolo sovrano. I magistrati per bene, che sono la grande maggioranza, non hanno nulla da temere. Devono preoccuparsi solo i magistrati faziosi, soprattutto quelli che usano la giustizia a fini di lotta politica. Per ora a preoccuparsi sono i cittadini che rischiano di finire vittime della politicizzazione dei magistrati.



Come voi ben sapete i magistrati sono divisi in associazioni e correnti che non rendono neppure noti i nomi dei loro iscritti.

Vi chiedo: vi pare giusta questa segretezza, questa riservatezza? Come dobbiamo considerarle? Non rischiano di assomigliare a delle associazioni segrete?

Sappiamo bene che per conoscere queste iscrizioni occorre il consenso dei magistrati. E per questo noi chiediamo (lo ripeto: chiediamo) ai magistrati di dichiarare se ed a quali associazioni siano iscritti. Domandare è lecito, come si usa dire. Non si vede perché non debba esserci una risposta. Siamo nell’era della trasparenza totale, e a chi fa politica, per esempio, si richiede trasparenza integrale. Chi ha il potere enorme di privare una persona della libertà deve sentire in modo altrettanto grande questo richiamo alla trasparenza, alla possibilità per i cittadini di conoscere e di farsi un’idea su chi hanno di fronte.

E ancora. Se la posizione del singolo giudice fosse acclarata, non vi sembrerebbe giusto per un cittadino eletto dal popolo poter chiedere la sostituzione di quel giudice che, per l’adesione a questa o a quella associazione, apparisse come un avversario ideologico o addirittura come un nemico politico, visto che il magistrato non deve essere soltanto imparziale ma deve anche apparire “tale”, aldilà di ogni sospetto?

Insomma fareste mai dirigere una partita di calcio da un arbitro e da dei guardalinee scelti tra i giocatori di una delle due squadre?

Caro Raffaele, te ne hanno fatte proprio di tutti i colori. Hanno tentato di sporcarti, perché sei nuovo e pulito. Vedete, le hanno tentate tutte, ma era sempre emersa, nelle inchieste e nei processi, la sua totale innocenza e correttezza. Era rimasto un solo processo, che andava per le lunghe, alla vigilia delle elezioni. Stavano in pena: “Hai visto mai che il candidato di maggiore spicco del Pdl in Puglia la passi liscia!”…

E allora che hanno fatto? Gli hanno fissato una scarica di udienze nel mese della campagna elettorale, per avvelenargliela, per rendergli la vita impossibile, e, correndo correndo, gli hanno somministrato una condanna assurda alla vigilia del voto. Però Raffaele, sai cosa ti dico? Che nonostante tutto, tu ed io dobbiamo restare sereni perché la risposta l’ha data la gente, che ha mantenuto la sua fiducia a te e a me, e ha bocciato questi signori, a partire da Antonio Ingroia.

E’ ora di dirla tutta. Sai dove hai sbagliato? Dovevi fare come Nichi… Nichi sì che sa fare bene l’imputato. Sai che fa? Con i magistrati che poi lo giudicheranno (e che ovviamente lo assolveranno), lui ci va amichevolmente a pranzo. Ci sono le foto! C’è il servizio fotografico! Lui naturalmente aveva garantito di non conoscere neppure quel magistrato.

Fatevi una domanda: Che cosa sarebbe successo in Italia se una cosa del genere fosse capitata a me?

“Se Silvio Berlusconi fosse stato scoperto a cena con un giudice che poi lo avesse assolto?” Vi immaginate i commenti di Santoro? Di Travaglio? Della Annunziata? Di Floris? Non ci posso neanche pensare! Davvero è meglio non pensarci.



Dette queste cose, care amiche e cari amici, passo al cuore del ragionamento che voglio fare insieme a voi…E la smetto anche di sorridere, perché non c’è niente da sorridere, non c’è niente da ridere, la situazione è grave. E’ davvero grave.

Allora, oggi è il 13 aprile. Si è votato il 24 e il 25 febbraio. Sono passati 47 giorni, e non abbiamo ancora uno straccio di Governo.

Vi sembra una cosa possibile? Vi sembra accettabile che nel pieno di una crisi come quella che stiamo vivendo possiamo concederci questa totale, assurda paralisi?

Noi, già il giorno dopo il voto, siamo stati chiarissimi. Abbiamo detto: siamo disponibili ad entrare in un governo di coalizione col Partito Democratico e ad individuare di comune accordo il candidato alla Presidenza della Repubblica.

E invece? E invece questi signori, ci hanno detto di no per un governo insieme e con lo 0,3% di voti in più, che hanno ottenuto con la loro antica e proverbiale professionalità nelle operazioni di scrutinio, non si sono aperti ad alcun accordo con noi, ed anzi tentano di prendersi tutte e cinque le prime cariche istituzionali dello Stato.

Vi domando:

Si sono presi il Presidente della Camera? Sì!

Si sono presi il Presidente del Senato? Si!

Hanno già il Presidente della Corte Costituzionale? Sì!

Vogliono prendersi il Presidente del Consiglio? Sì!

E si vogliono prendere anche il Presidente della Repubblica!

Questi signori, con solo il 29% degli elettori, che corrisponde al 20% degli italiani aventi diritto al voto,

vogliono prendersi tutto,

vogliono mettersi la democrazia sotto i piedi,

vogliono escludere dalle istituzioni la gran parte del Paese che non li ha votati e non si fida di loro…

La prossima settimana dunque, da giovedì 18, si vota in Parlamento per l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica.

Facciamo un sondaggio in famiglia, tra di noi.

- Antonio Ingroia, vi piacerebbe? No!

- Gino Strada, vi piacerebbe? No…!

- Andreste pazzi per Rosy Bindi? No…!

- Preferireste Milena Gabbanelli? No…!

Bene!!

- Ho ancora un nome importante per completare il sondaggio. Tenetevi forte. Fate un respiro profondo. Siete pronti? Impazzireste di gioia se il nostro futuro Capo dello Stato, se il nostro futuro Presidente della Repubblica fosse, fosse, fosse….Romano Prodi!

Noooo!

Vedo, cònstato che siete molto reattivi, magari un po’ ruvidi ma assolutamente assennati. Avete ragione, con Prodi Presidente ci converrebbe andare tutti all’estero. A proposito di Prodi e di estero, proprio lui, che ci fece pagare una tassa vergognosa per entrare nell’euro, ha osato attaccare Margareth Thatcher, il giorno dopo la sua morte, accusandola di essere all’origine della crisi economica di oggi. Un giudizio assurdo e insultante, che ignora come la Lady di ferro governava a Londra quando in Europa c’era ancora il Muro di Berlino. E pensare che noi liberali, noi cultori della libertà in economia, consideriamo la Signora Thatcher un modello da seguire.

Vedete, la cosa più grave e incredibile è che questi signori, mentre occupano tutte le istituzioni, mentre continuano a rifiutare un dialogo serio e costruttivo per il governo, continuano a chiederci di regalare a loro i nostri voti, cioè il consenso di 10 milioni di italiani, per consentire a loro di fare un Governo, da soli, in perfetta solitudine, senza la nostra partecipazione.

Lo ripeto daccapo: ci hanno già fatto perdere quasi 50 giorni.

Bersani si è messo a fare giorni e giorni di esplorazioni, e poi, alla fine, ci ha detto quello che aveva già detto all’inizio: gli andrebbero bene i nostri voti, ma non vuole fare il governo con noi.

Caro Bersani, è vero, siamo moderati, ma non abbiamo l’anello al naso!

Noi non siamo qui a pettinare le bambole: anzi, siamo sicuri che pure le bambole si sono stufate di farsi pettinare. Le bambole da pettinare, il giaguaro da smacchiare, gli scogli da asciugare… Mi è venuto un dubbio: ma è Bersani che parla o è Crozza?

E’ Crozza che scrive i testi a Bersani, o è Bersani che li scrive a Crozza? O hanno fatto società e si tengono su insieme?

Chiedo scusa per queste battute, ma davvero basta, adesso basta, bisogna fare presto e fare le cose seriamente.

La situazione economica diventa ogni giorno più drammatica, ogni giorno ci sono troppe aziende che chiudono, ci sono troppi italiani che perdono il lavoro, ci sono troppe famiglie che non riescono ad arrivare alla fine del mese.



Allora, caro Bersani, capiamoci una volta per tutte:

- 10 milioni di italiani hanno votato la nostra coalizione della libertà, e ci hanno votato per abolire l’Imu del futuro. Anche voi volete l’abolizione dell’IMU? Si!

- 10 milioni di italiani ci hanno votato per il rimborso dell’Imu del passato. Anche voi volete il rimborso dell’IMU già pagata? Si!

- 10 milioni di italiani ci hanno votato per fermare e cambiare quel mostro chiamato Equitalia. Anche voi volete cambiare Equitalia? Si!

- 10 milioni di italiani ci hanno votato per ridurre e poi abolire l’Irap in 4 anni. Anche voi volete togliere l’IRAP? Si!

- 10 milioni di italiani ci hanno votato per abbassare la pressione fiscale sulle famiglie introducendo il quoziente familiare. Anche voi volete meno tasse sulla famiglia? Si!

- 10 milioni di italiani ci hanno votato per creare lavoro, riducendo le tasse sull’occupazione. Anche voi volete tagliare le tasse sul lavoro? Sì!

- 10 milioni di italiani, e voi tra questi, ci hanno votato, e voi ci avete votato per riprendere la strada della crescita e dello sviluppo. Tutti questi impegni valgono per l’Italia ma valgono ancora di più per il nostro Sud.

E allora? Allora, noi non possiamo tradire questi 10 milioni di italiani, non possiamo tradirli e non li tradiremo mai. Mai.

Se ci sarà una intesa rispettosa di tutti,

che parta dalla necessità di alleggerire il peso insostenibile delle tasse,

che dia respiro alle famiglie e alle imprese,

che spazzi via l’oppressione fiscale, l’oppressione burocratica, l’oppressione giudiziaria,

che sia tale da far ripartire l’economia,

noi ci saremo e saremo in prima fila nel superiore interesse del Paese.



Ma se qualcuno spera di poterci ingannare, di metterci in un angolo, di fare melina per tenerci buoni, e poi magari di trascinarci in un’altra avventura mettendo sù un governicchio provvisorio di tassatori e di tartassatori, dopo che già nell’ultimo anno le famiglie e le imprese italiane hanno dovuto subìre una vera e propria mazzata, questo qualcuno si sbaglia di grosso.

Noi non ci stiamo, non ci possiamo stare e non ci staremo! Sarebbe irresponsabilità vera, caro Bersani, pensare di poter affrontare questa situazione di crisi con un governicchio di minoranza, precario, senza numeri e senza forza…

Lo ripeto ancora una volta, in modo che nessuno possa fingere di non aver capito: le strade sono due. O accettate di dialogare con noi, di scegliere con noi il Capo dello Stato e di formare con noi il nuovo governo, oppure l’interesse del Paese e la gravità della situazione esigono che si torni subito al voto.

E bisogna farlo già a giugno, senza perdite di tempo che ci porterebbero all’autunno prossimo, o alla primavera 2014, o a chissà quando.



Il Paese, le imprese, le famiglie non possono più aspettare.

Noi siamo pronti a votare, e questa nostra manifestazione potrebbe anche essere la prima della nuova campagna elettorale.

Ho qui gli ultimi sondaggi, che vedono la nostra coalizione della Libertà in continua ascesa al 34%, con 4 punti di vantaggio sugli avversari, con la possibilità quindi di vincere e di ottenere una netta maggioranza sia alla Camera che al Senato, perché molti elettori hanno già cominciato a ravvedersi e a capire.

C’è una grande disillusione in tanti italiani che hanno votato Grillo: volevano il cambiamento, ma si ritrovano con una banda di dilettanti allo sbaraglio, sospesi tra impreparazione e improvvisazione.

Fanno venire i brividi a guardarli, a sentirli, a incontrarli in Parlamento e credo che facciano la stessa impressione a chi li ha votati per pura protesta senza averli mai conosciuti.

E allora? Allora, lo ripeto per la terza volta in modo assolutamente chiaro.

Preso atto di chi sono questi improponibili turisti a 5 Stelle della democrazia, guidati come burattini, via web, dalla premiata ditta Grillo-Casaleggio, che smentiscono in tempo reale qualsiasi loro affermazione, il Partito democratico dovrebbe smettere di rincorrere Grillo e dovrebbe invece aprirsi a collaborare con noi. In caso contrario, altrimenti per il bene dell’Italia, si deve andare subito a votare, dobbiamo andare subito a nuove elezioni.

Noi siamo già pronti, noi ci siamo e posso promettervi che, in questo caso, ci sarò anch’io come leader della coalizione della Libertà e come candidato Premier.



E’ una responsabilità grave e pesante alla quale tuttavia sento di non potermi sottrarre.

C’è un’altra cosa che vi voglio segnalare. Nei miei incontri, in tutti questi anni, con i rappresentati della sinistra, ho sempre fatto a loro una domanda: “Vi ricordate un provvedimento dei miei governi che vi abbia offerto la fondata occasione di scatenare una grossa reazione contro, magari con la gente nelle strade?” Sapete qual è stata, invariabilmente, la loro risposta? Un silenzio imbarazzato e assoluto. E ancora: “Ditemi un solo atto, un solo provvedimento che io abbia deciso contro la vostra parte politica, o comunque un provvedimento contro qualcuno, quando sono stato al Governo”. Ancora un silenzio totale.

Perché non sanno quale colpa attribuirmi. La verità è che, ai loro occhi, io ho una sola colpa, enorme, storica, incancellabile: quella di essere stato, ieri, oggi e domani, l’unico ostacolo alla loro presa del potere in Italia!

Volevano il potere, e lo vorrebbero ancora, senza avere il consenso. E odiano Silvio Berlusconi perché si è messo in mezzo, e ha dato voce alla grande parte degli italiani che non si fida di loro, perché li conosce fin troppo bene. Non hanno paura di me: hanno paura di voi, e quindi hanno paura di me, perché io sono stato scelto da voi, e, insieme, insieme li abbiamo fermati!

1. Abbiamo fermato Occhetto e la sua “gioiosa macchina da guerra”.

2. Abbiamo fermato D’Alema.

3. Abbiamo fermato Rutelli.

4. Abbiamo fermato Prodi e le sue tasse.

5. Abbiamo fermato Veltroni e la sua melassa buonista.

6. Abbiamo fermato Bersani, che diceva di vedere solo con il binocolo la nostra rimonta.

Pensateci bene. In Italia, tra il 1992 e il 1994, dopo la caduta del Muro di Berlino e la dissoluzione dell’Unione Sovietica, era ragionevole pensare che le forze del cosiddetto pentapartito (la Democrazia Cristiana, il Partito Socialista, il Partito Liberale, il Partito Repubblicano, il Partito Socialdemocratico), cioè le forze che avevano garantito, nel bene e nel male, la democrazia e il benessere per 50 anni, potessero finalmente chiedere conto ai comunisti e agli ex comunisti dei loro comportamenti passati.



E invece no, in quegli anni accadde qualcosa di inaudito. Come in una sorta di gioco delle tre carte, i ruoli furono ribaltati.

Il Partito Comunista Italiano, il Pci-Pds, il partito che avrebbe dovuto impegnarsi in una profonda e impietosa autocritica, denunciando le proprie responsabilità per 70 anni di sostegno alla dittatura totalitaria del comunismo sovietico, si trovò di colpo promosso al rango (dicevano loro) di partito “campione della democrazia”, della “diversità” e “dalle mani pulite”; mentre i partiti democratici si trovarono sbattuti sul banco degli imputati. Il Muro di Berlino, solo in Italia, era caduto sulla testa dei vincitori e non degli sconfitti. E così i cinque partiti storici della democrazia italiana furono spazzati via dalla scena politica, con i loro dirigenti esposti alla pubblica esecrazione o addirittura gettati in carcere.

Va da sé che l’intreccio di politica e affari era ed è da condannare. Ma vogliamo parlare del Pci, che poteva disporre dell’aiuto finanziario di Mosca? Un aiuto in rubli, e di rubli moralmente sporchi di sangue? E non voglio parlare ora del caso Montepaschi, un buco, un affaruccio, da almeno due miliardi e mezzo di euro, cinquemila miliardi delle vecchie lire. Scandalo sul quale, stranamente, è calato un silenzio di tomba.

La verità -lo ripeto ancora- è che proprio quando pensavano di essere a un passo dalla conquista finale del potere, hanno trovato Silvio Berlusconi e tutti voi sulla loro strada. E sono impazziti di rabbia, di odio, di livore.



E la cosa più grave, più profonda, è che anche i partiti attuali della sinistra italiana, anche se non si chiamano più comunisti, non riescono a liberarsi dei vizi di una ideologia tanto a lungo condivisa e coltivata. Non riescono a liberarsi dall’odio, da una invidia profonda nei confronti di chi col lavoro, col sacrificio, col rischio imprenditoriale è riuscito a costruirsi una piattaforma di benessere per sè e per i suoi figli.

Potremmo stare qui per delle ore a soffermarci sulle montagne, sui muri, sui macigni che separano questi signori dalla nostra concezione di libertà, di economia di mercato, di Stato di diritto.

Il loro credo viene dalla loro scuola, dall’ideologia che ho ricordato.

Il loro credo è il centralismo, il dirigismo, lo statalismo, ovvero il contrario del nostro, che è la libertà, il libero dispiegarsi delle energie di ogni persona.

La loro concezione dello Stato discende dalla concezione dello Stato autoritario, dello Stato-padrone, dello Stato come fonte stessa dei diritti, che invece noi pensiamo appartengano già per diritto naturale a tutti noi come persone. Per noi questi diritti vengono prima dello Stato. Per loro è lo Stato che li conferisce ai cittadini e che quindi, quando lo ritenesse opportuno, può diminuirli, toglierli, calpestarli. Per noi lo Stato deve essere al nostro servizio, mentre loro ritengono che siano i cittadini a dover essere al servizio dello Stato.

Da questo “credo”, deriva l’idea dello Stato che fa tutto, che controlla tutto, che vuole sapere tutto, che può violare la tua privacy, che regolamenta tutto, lo Stato professore, lo Stato medico, lo Stato maestro, insomma esattamente l’opposto dello Stato a cui pensiamo noi: uno Stato che si occupi soltanto e bene dei servizi essenziali, e che per tutto il resto lasci libertà totale ai suoi cittadini.



Mi sono convinto che, su queste questioni di fondo, esiste uno spartiacque profondo tra noi e loro, e mi sono anche convinto che su questo modo di vedere la società e il rapporto tra il cittadino e lo Stato, il comunista prima o poi esce sempre fuori…

A loro quindi diciamo, alto e forte, tutti insieme, da qui;

1. Non vi è consentito di darci lezioni.

2. Non vi è consentito di stabilire chi è presentabile e chi non lo è.

3. Non vi è consentito di concedere o di negare a nessuno patenti di libertà e di democrazia.

4. Abbiate rispetto di chi ha compreso le cose 50, 60, 70 anni prima di voi, e che voi avete ripagato con 50, 60, 70 anni di ostilità e di inimicizia;

5. Avete sbagliato tutte le scelte di fondo della storia; non avete alcun titolo per ergervi a maestri di politica, e men che meno a maestri di morale.

“Siamo noi che dovremmo avere problemi a collaborare con voi”, eppure, eppure è tale il dramma che l’Italia vive, che noi siamo pronti a mettere l’interesse dell’Italia prima del nostro interesse di partito. La casa brucia, altro che pettinare le bambole.



Veniamo alla situazione attuale. Siamo tutti, a ragione, molto, molto preoccupati.

Monti ha inseguito la Merkel sulla linea di una cieca austerità, e ci ha aggiunto anche del suo, con la valanga di tasse che sappiamo.

Il governo dei “professori” non ha saputo far altro che imporre nuove tasse. Ma vi ricordate quel che ho detto più volte: anche un cretino sa inventare nuove tasse, ci vuole invece del genio per individuare le spese che si possono tagliare e ridurre così la pressione fiscale.

E invece il delirio fiscale prosegue.

Primo: è stata confermata l’Imu.

Secondo: hanno confermato un assurdo aumento dell’Iva.

Terzo: il pasticcio della nuova tassa sui rifiuti, la Tares, aggraverà la stangata di fine anno.

Quarto: tra il saldo Imu e la Tares, la tredicesima di milioni di italiani sarà di fatto confiscata e la fine dell’anno sarà devastante per le famiglie italiane.

Tutto questo costituisce una vera e propria patrimoniale strisciante, a cui noi diciamo di no; noi vogliamo difendere, a partire dalla casa, quello che gli italiani hanno costruito per se stessi e per le proprie famiglie, e non consentiremo a questi signori di depredare ancora i cittadini.

Tutto questo, tra l’altro, sarebbe stato accettabile (anche se sbagliato), se si fosse prodotto un minimo di risanamento.

E invece no:

- i conti pubblici sono sfasciati, le entrate dello Stato sono diminuite di 21 miliardi, e forse servirà una nuova manovra;

- il debito pubblico sfonda ogni settimana tutti i record;

- l’economia è in piena recessione;

- ci sono decine e decine di imprese al giorno che chiudono;

- siamo arrivati a 3 milioni di disoccupati; con un milione di licenziati soltanto nel 2012;

- la disoccupazione giovanile è al 37,8%, ed è una cosa che fa male al cuore (e qui in Puglia, caro Vendola, è ancora peggio: siamo quasi al 42%)…

- sette milioni di italiani stanno entrando nell’area della povertà.

- milioni di pensionati sono allo stremo.



Soltanto con un governo liberale, forte e duraturo si potranno approvare quei provvedimenti, tutti i provvedimenti che noi abbiamo individuato e indicato da tempo, che sono urgenti e indispensabili per uscire dalla spirale recessiva e per far ripartire i consumi, la produzione, le assunzioni, tutta l’economia.

La povertà si può combattere, si deve combattere, si potrà sconfiggere, solo dando al Paese un governo liberale, forte e stabile.

Questo è il vero, unico rimedio alla drammatica situazione che abbiamo davanti. Questo, caro Bersani, l’unico cambiamento possibile.

So che già li conoscete, perché li abbiamo discussi diffusamente durante la campagna elettorale, ma prima di concludere vorrei ricordarvi velocemente gli otto disegni di legge che stiamo presentando in Parlamento.

Siamo convinti che, se approvati subito, potranno avere un impatto positivo e immediato sull’economia reale.

Uno: Via l’IMU!

Due: Basta con questa Equitalia!

Tre: zero tasse e zero contributi a chi assume giovani e disoccupati.

Quattro: via la camicia di forza della burocrazia alle imprese. Basta autorizzazioni ex ante, sì ai controlli successivi, ex-post.

Cinque: tagli ai costi della politica e ai costi della macchina dello Stato.

Sei: meno tasse sulle famiglie e sulle imprese.

Sette: grande riforma della giustizia

Otto: elezione diretta del Presidente della Repubblica.



E’ questo ciò di cui il Paese ha bisogno. Questo è ciò che il Paese si attende da un nuovo governo per ripartire.

È con questi primi atti che potremo recuperare

l’orgoglio di essere italiani,

l’orgoglio di crescere,

l’orgoglio di sprigionare le energie che ciascuno ha dentro di sé.

Voglio ringraziarvi ancora. Grazie di essere stati qui. Grazie di avermi ascoltato con tanta attenzione.

Vi ho fatto partecipi delle nostre preoccupazioni, dei nostri propositi, delle nostre speranze.

Qualcuno ha detto che la notte è più buia subito prima dell’alba. E’ vero, e io aggiungo che il nostro amore per gli altri è più forte della loro invidia e del loro odio verso di noi.

Non riusciranno a toglierci la nostra positività, la nostra carica, la nostra passione, la nostra voglia di credere nel futuro, e soprattutto le nostre idee e le nostre proposte per cambiare in meglio il Paese che amiamo.

Ancora grazie per essere qui.

Vi voglio bene, e anche voi continuate a volermi bene!

Viva l’Italia, Forza Italia, Viva il Popolo della Libertà!





martedì 26 marzo 2013

PIAZZA DEL POPOLO DELLA LIBERTÀ


Care amiche, Cari amici,  
siamo davvero tanti e da quel che vedo siamo già tutti pronti per una nuova campagna elettorale, e questa volta per vincere alla grande, per vincere davvero. Questa, come sapete, si chiama Piazza del Popolo.
    Ma da oggi possiamo chiamarla Piazza del Popolo della Libertà.  
    Grazie di cuore di essere qui con me, con noi, tutti insieme a rappresentare l’Italia degli italiani di buona volontà, l’Italia degli italiani di buon senso, l’Italia degli italiani di buona fede. L’Italia che lavora e che produce, l’Italia delle donne e degli uomini liberi che vogliono restare liberi. 
    Siamo il Popolo della Libertà. Siamo noi il Popolo della Libertà, e abbiamo come religione la libertà, abbiamo come prima e assoluta missione la difesa della libertà.
    E anche per questo siamo qui oggi, tutti insieme, ad esercitare un nostro assoluto diritto, garantito da tutte le democrazie, quello di manifestare in piazza per protestare contro ciò che non ci piace, che non ci pare giusto, che non accettiamo, o a favore di ciò che vogliamo e che ci appare sacrosanto. 

   
Ci avevano dati per agonizzanti, invece ecco qui sotto un sole caldo di primavera e in una delle piazze più belle del mondo:
-    un popolo che combatte contro la crisi economica e sociale;
-    un popolo che sa amare, sa ammirare, sa creare, e rinnega nella vita di ogni giorno la logica dell’invidia e della rabbia.  
    Noi siamo l’Italia della passione, che si batte per le proprie idee nelle piazze come nelle istituzioni, nel lavoro quotidiano, nell’impresa. Siamo anche quelli che sanno ridere e sorridere, che sanno combattere la malinconia di una crisi mondiale grave e duratura con la logica dell’intelligenza, e con la volontà dell’ottimismo e della speranza.
    Davvero, siamo tantissimi…Lo sapete che non avevo mai visto tanti “impresentabili” tutti insieme?
    Ci dicono che siamo impresentabili, ineleggibili, collusi, in realtà noi siamo l’Italia migliore e siamo anche la maggioranza dell’Italia , siamo tantissimi.
    Prima di ogni cosa, credo che dobbiamo mandare un saluto e un abbraccio, ai nostri due Marò, a Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, che il Governo Monti ha pensato bene, dopo tante parole, di rispedire in India. E’ una cosa grave e incredibile: un grande Paese non deve questo, non può abbandonare i suoi uomini. E noi non possiamo consentire che l’Italia sia umiliata e ridicolizzata. E non possiamo consentire che ciò avvenga da parte di chi - come Monti - raccontava di avere ridato credibilità al nostro Paese. Domandiamo ai signori del Governo Monti: questa è la vostra credibilità?


    Quella della loro credibilità era una grande balla. La balla del secolo. Non sono mai stati più credibili di noi, semmai erano e sono stati sempre supini alla Germania e agli altri Paesi e ora anche all’India.
    Allora, come voi sapete bene in questi giorni c’è stato un giro di consultazioni con le forze politiche, e verrò tra poco alle mie osservazioni sull’incarico precario che è stato dato ieri al signor Bersani. Ma prima, volevo fare anch’io le mie consultazioni, chiedendo subito un parere a voi, perché il vostro è il parere che mi importa. 
    Vi domando:
1. Siete contenti della campagna elettorale che abbiamo fatto?
2. Siete orgogliosi di come io mi sono battuto nelle piazze e nelle sfide televisive?      Da Santo? Da Floris? Dalla Annunziata? Dalla Gruber? Sapete, c’è qualcuno che mi dice che non devo più chiamarli comunisti, ma non è colpa mia…Non sono io che vedo comunisti da tutte le parti: sono loro che sono comunisti e stanno da tutte le parti…E infatti, andando negli studi televisivi, ho visto così tanti comunisti che mi sono venuti gli occhi rossi e pure la congiuntivite…
3. Ancora Siete soddisfatti della nostra fantastica della nostra rimonta in campagna elettorale?
4.    Pensate che un grande Paese come l’Italia possa essere governato senza numeri da vecchi militanti di quel Pci, che è diventato Pds, che è diventato Ds, che è diventato Pd, ma che non è cambiato mai?
5. Siete convinti che, se tornasse al voto, vinceremmo noi, sia alla Camera che al Senato?
6. Allora siete pronti a tornare in campagna elettorale per dare all’Italia un Governo solido, capace e liberale?
    E Ma allora Se siete tutti pronti, allora Vi comunico chesono pronto anch’io…Sì, sono pronto anch’io a combattere insieme a voi una grande battaglia per la libertà e per una nuova Italia.  
    Parliamo un pò degli altri Ma l’avete visto in questi giorni Bersani? Prima del voto, era convinto di avere già vinto senza gareggiare. Aveva in mano da due mesi la lista dei ministri, con Rosy Bindi in testa. Diceva che era in vantaggio di 12 punti, diceva  che la nostra rimonta era falsa e che gli serviva il binocolo per vederci. Adesso è trascorso un mese dal voto, e nessuno ha avuto ancora il coraggio di dirgli che le elezioni non le ha vinte.
    Oddio, qualche sospetto ce lo deve avere anche lui.
    Ha la faccia di uno che ha cercato di smacchiare un giaguaro e il giaguaro lo ha ridotto male molto male…
    Ma ci sono anche altri che stanno combinati anche peggio.


    Lo vogliamo mandare tutti insieme un saluto a Gianfranco Fini, devo dire che la vosdtrea e una reazione rozza ed efficace quindi mandiamo a lui e a tutto il suo che dopo “soli” 30 anni lascia il Parlamento? Un saluto a lui e a tutto il suo club di gentiluomini…Ma poi guardate che in fondo, credo che a Montecarlo non se la passi così male…
    Un saluto anche a Casini, che tutte le sere ci spiegava in tv che eravamo noi a sbagliare, che non capivamo il Paese, che la soluzione era Monti.     Vi diciamo Caro Pierferdinando, bisogna saper ascoltare la gente. E se tu  avessi ascoltato la tua gente, avresti capito che non dovevi dividere lo schieramento dei moderati alternativi alla sinistra, e fare così l’interesse della sinistra…
    E un nostro vero rammarico è proprio questo: come hai potuto fare un errore così grave contro i tuoi elettori e anche contro te stesso? Come hai potuto non vedere cosa sarebbe successo?
    E poi un saluto a Di Pietro…Avevamo sostenuto per anni che le sue erano braccia rubate all’agricoltura…Ora possiamo finalmente restituirlo all’agricoltura, sperando che non faccia troppi danni anche lì.
    E poi ve lo ricordate Ingroia, l’eroe del Guatemala? A proposito…Ci sono in piazza amici della Valle d’Aosta? Dove siete? Eccoli là…Allora, vi do una notizia…Visto che Ingroia ha perso le elezioni e vuole tornare in magistratura, ma siccome si era candidato in tutta Italia tranne la vostra Regione, hanno pensato bene di mandarlo da voi in Valle d’Aosta…Ho un’indiscrezione sulla prima inchiesta che farà: sarà sugli stambecchi del Parco del Gran Paradiso…Ha già un sacco di intercettazioni, e ha anche uno stambecco pentito che ha rilasciato le prime confessioni…Presto sarà intervistato da Santoro e Travaglio…Sia lui, sia lo stambecco…


    E poi un saluto a Grillo, che ieri è andato da Napolitano travestito da dittatore dello Stato libero di Bananas…Lo sapete che cosa combina oggi? Una bella visita ai cantieri dell’alta velocità accompagnato da un po’ di distinti signori amici suoi (anarchici, no-Tav, centri sociali …). Intanto, è un primo atto da onorevoli, perché vanno lì come parlamentari, e sfruttando un privilegio da parlamentari…Vorrei chiedere a Bersani: ma che fai? I nuovi ministri delle infrastrutture e magari anche degli interni li scegli tra quei gruppettari là? E’ così che pensi di guidare e governare uno dei Paesi più importanti del mondo?
    Fatti questi doverosi “saluti”, vengo alle cose importanti su cui dobbiamo ragionare insieme.
1. Siamo qui e cominciamo con una denuncia e una proposta.
    La denuncia politica riguarda la sinistra, che, forte della sua antica professionalità nelle sezioni e negli scrutinii elettorali, si è guadagnata uno 0.3% in più di voti, e, con questo 0.3, ha osato mettere le mani sulle Presidenze di Camera e Senato come se le istituzioni fossero tutte quante “cosa loro”. E ora puntano a fare lo stesso con la Presidenza della Repubblica. Dico qui, forte e chiaro, che sarebbe una specie di  golpe, che sarebbe un atto ostile contro metà e oltre del Paese. 
    Bersani aveva detto prima del voto: se anche prendessi il 51%, mi comporterei come se avessi preso il 49%. Bene, non ha preso né il 51 né il 49, ma solo il 29, eppure si vuole sequestrare il 100% delle cariche istituzionali. E’ inaccettabile. 
   

E’ inaccettabile che l’Italia sia uno dei pochissimi Paesi occidentali dove la massima carica dello Stato sia decisa, nel chiuso di qualche stanza buia e fumosa, da tre o quattro capipartito, alle spalle degli elettori. 
    Il Capo dello Stato non lo possono decidere Bersani, Vendola e Monti riuniti a casa loro, magari indicando Romano Prodi. Un Presidente tutto meno che superpartes.
     Lo volete uno come Prodi? Il Capo dello Stato lo dovrebbero decidere 50 milioni di italiani, democraticamente, al termine di una campagna elettorale aperta, libera e trasparente. 
    Per questo noi proponiamo (e nella scorsa legislatura siamo riusciti a far approvare questa riforma solo al Senato, purtroppo), che si passi all’elezione popolare diretta del Capo dello Stato, come accade in America o in Francia. 
    Ma anche ora in attesa di questa riforma non è assolutamente pensabile che, con un colpo di mano, sempre aggrappandosi allo 0,3% di cui parlavo prima, questi signori pensino di imporci uno di loro, magari uno dei più estremisti di loro, per 7 anni. 
    Questa volta, con il Presidente del Senato di sinistra, con il Presidente della Camera di sinistra, con il Presidente del Consiglio di sinistra, il Capo dello Stato deve essere un moderato, un liberale di centrodestra !
    Questo è un sacrosanto diritto dei 10 milioni di italiani che noi rappresentiamo e che non possono essere esclusi da tutte le più alte istituzioni.
    2. La seconda questione è la più importante. Vedete, io ho fatto la campagna elettorale pensando ai problemi veri degli italiani:
-fermare il bombardamento di tasse;
-creare le condizioni per avere nuovi posti di lavoro;
-fermare il mostro chiamato Equitalia;
-abolire l’Imu per il futuro e restituirla per il passato.
    Bene, un minuto dopo il voto, questi signori hanno fatto sparire queste questioni reali, e hanno messo sul tavolo questioni che non hanno nulla a che fare con le emergenze del Paese:
-il conflitto di interessi
-la legge anticorruzione
-il falso in bilancio
-la caccia alle poltrone istituzionali di cui ho detto poco fa
-e perfino, roba da matti, la questione lunare della mia presunta ineleggibilità, cosa con la quale vorrebbero provare a mettere fuori gioco il leader di 10 milioni di italiani, eletto 6 volte al Parlamento, e già 4 volte Presidente del Consiglio. 


    Sono irresponsabili. Sono fuori dalla realtà perché non sanno ascoltare la sofferenza del Paese.
    Non capiscono il dramma degli imprenditori.
    Non capiscono il dramma dei disoccupati, con i livelli record della disoccupazione, in particolare di quella giovanile. 
    Non capiscono l’incubo di chi riceve lettere e cartelle minacciose da parte dell’Agenzia delle Entrate. 
    Non capiscono il dramma di chi vuole fare impresa e deve fare i conti con una burocrazia oppressiva, che toglie tempo e risorse, che ti fa andar via la voglia di realizzare qualcosa di nuovo. 
    Vi sembra normale? 
In un mese dopo il voto, avete mai sentito Bersani pronunciare la parola “crescita”? La parola “sviluppo”? Niente di niente, come se il problema fosse solo quello di togliere di mezzo il signor Berlusconi. 
    Scherzano con il fuoco, e non capiscono che poi, perfino per un grande Paese come il nostro, possono materializzarsi rischi gravi, magari anche scenari pericolosissimi per il risparmio privato delle famiglie, come sta accadendo a Cipro.
    E ora si aggiunge, in questo contesto, l’altro marziano, Grillo, che parla di “decrescita felice”. Ma, ditemi voi: avete mai visto qualcuno che si impoverisce ed è felice? 
    Qualcuno che sorride mentre perde il suo lavoro, il suo risparmio, la sua dignità?
     Che poi, detta da uno come Grillo che non vive certo di stenti, la cosa sa anche di grande presa in giro e di offesa agli italiani…
    E ciò nonostante, Bersani lo insegue, lo prega, gli va appresso, e tenta con i voti dei grillini di mettere insieme i numeri che non ha…
    Direte voi: si tratta di una orribile compravendita di parlamentari…No: si chiama scouting.
    Direte voi: si tratta di un ribaltone antidemocratico…No: si chiama scouting. 
    Direte voi: ma come, Bersani si esprime sempre in un emiliano simpatico e verace? Noooo! Bersani si è internazionalizzato, è diventato English, è diventato British, e parla di scouting con una pronuncia ineccepibile.
    Mamma mia, se ripenso a tutto quello che ci hanno riversato contro quando qualche parlamentare del gruppo misto è venuto da noi! 
    No, sono davvero degli ipocriti, sono sepolcri imbiancati.
    Se e quando alcuni deputati hanno deciso liberamente di passare con il centrodestra, loro ci hanno accusato di compravendita, se invece passano a sinistra per eleggere il Presidente del Senato e magari far nascere il governo Bersani allora per loro si tratta di “scouting”.
    Vedete che ho ragione io, sono sempre gli stessi, è la doppia morale comunista.
    A questo punto, voglio essere molto chiaro, ribadendo la mia fiducia nella saggezza e nell’equilibrio del Presidente Napolitano. 
    Delle due l’una. Se per caso, dopo l’incarico precario ricevuto ieri sera, Bersani e il Pd insisteranno con questo tentativo assurdo di Governo senza numeri, di Governo di minoranza, sappiano che la nostra opposizione sarà durissima, senza sconti, in Parlamento e nelle piazze, in mezzo alla gente che soffre per la crisi che loro non vedono.
    Se invece non combineranno nulla, se non ci riusciranno, allora l’essenziale è che non facciano perdere tempo al Paese, che non facciano melina. Si torni subito al voto, e si restituisca la parola agli italiani. Noi siamo assolutamente pronti. 


    Bersani sta ripetendo l’errore-orrore di Monti: pensare al suo interesse e alla sua salvezza e non all’interesse e alla salvezza del Paese.
    Dice “no” a un patto con noi: l’unica soluzione che le urne hanno indicato come possibile.
    Il PD invece è da sempre e ancora accecato dall’invidia e dall’odio contro di noi, contro il ceto medio, contro i cosiddetti benestanti, contro chi con il lavoro, con il sacrificio, con il rischio imprenditoriale è riuscito a crearsi una piattaforma di benessere per sé e per i suoi figli.
    A loro non importa:
     Che le fabbriche, piccole e medie imprese e negozi chiudano in massa
1.        Che ci siano tre milioni di disoccupati.
2.        Che tre milioni e mezzo di italiani siano nella miseria assoluta.
3.        Che sette milioni di italiani siano sulla soglia della povertà.
4.        Che i pensionati non arrivino alla seconda settimana del mese.
5.        Che 40 giovani su 100 non abbiano lavoro e che in tanti abbandonino l’Italia perché hanno perso ogni speranza.
6.        A loro non importa che le famiglie siano oppresse dalle tasse e dagli aumenti delle bollette.
7.        Che i contribuenti siano vessati da Equitalia che si comporta con loro come il rappresentante di uno Stato ostile e nemico.
8.        Che le imprese siano prigioniere di una camicia di forza costituita da tutti i vincoli e le autorizzazioni preventive della burocrazia che non le lascia operare.
9.    Che le banche prestino soldi alle imprese con sempre     maggiore difficoltà perché hanno subito un     incremento     pericoloso del totale dei crediti irrecuperabili.
10.    Che la produzione industriale e i consumi siano caduti ai     livelli di 20 anni fa.
11.    Che il debito pubblico superi    i duemila miliardi.
12.    Che gli investimenti esteri in Italia siano ridotti al     lumicino.


    Per loro, per questi marziani irresponsabili spinti solo dal desiderio di potere, dall’invidia e dall’odio sociale i problemi urgentissimi, non più rinviabili del nostro paese, sono altri, sono il conflitto di interesse, il falso in bilancio, la legge anticorruzione pensando così di colpire il nemico Berlusconi.
    Le facciano pure queste leggi. Il loro problema è quello di aumentare l’Iva sui prodotti di lusso per i ricchi e di togliere l’Imu solo a chi ha pagato sino a 500 euro e così moltiplicarla per quattro a tutti gli altri e - perché no - fare anche una bella patrimoniale, di 40 miliardi che sul piano economico è impossibile, ma e’ così demagogica e fa tanto chic.
    Il problema è quello di tenersi ben strette le banche, come hanno fatto egregiamente da sempre col Montepaschi, e semmai, notte tempo, assottigliare i conti correnti degli italiani con un prelievo forzoso.
    Ma tutto questo si può fare solo togliendo prima di mezzo Berlusconi che ai loro occhi ha una grande colpa, un grande torto, quello di non aver consentito da 20 anni a questa parte  a loro, ad una minoranza illiberale e prepotente di prendere il potere e fare il bello e il cattivo tempo.
    Ancora tre mesi fa pensavano che i giochi fossero fatti: hanno sottovalutato la forza di questo popolo, la forza del Popolo delle Libertà, la forza dei nostri ideali, dei nostri programmi: e, se permettete, anche del suo leader e si sono messi a giocare con le figurine: qui ci mettiamo questo, qui ci mettiamo quello, questo ministero a lui, questa banca a te, quell’authority a me, e così via: dai provveditori agli studi, agli ambasciatori, ai direttori generali dei ministeri, dalle grandi aziende di stato, ai vertici delle forze dell’ordine e delle forze armate, dovunque perché questo è il potere che amano e che vogliono.
     Erano pronti alla grande abbuffata. Poi si sono svegliati e sono caduti dal letto. Accecati dalla loro sete di potere, non si erano neppure accorti che al loro fianco cresceva una forza, il Movimento 5 stelle, che si alimentava col malcontento popolare, agitando slogan semplici e demagogici: un vaffa…. per tutti, No alla Tav, No di qui, No di là, e altre amenità che hanno fatto facilmente presa, perché era ed è protesta allo stato puro, senza alcuna proposta seria per rilanciare l’Italia.
    Tanto è vero che, incamerati tantissimi voti, l’unica cosa che Grillo non vuole, per ora, è governare, perché punta al 100 per 100 per guidare un governo monocolore e lo dichiara pure al Capo dello Stato…vi ricorda qualcosa?
    In questa situazione Bersani che fa? Si rivolge a chi è responsabile, a chi rappresenta l’Italia che lavora, a chi ha dato infinite prove di serietà e di capacità, cioè alla forza dei moderati,  a noi, al Popolo della Libertà?
    No, nemmeno per sogno. Si rivolge proprio a Grillo, che per tutta risposta dice no, lo sbeffeggia e lo manda a quel paese 3-4 volte al giorno.
    Bersani allora decide - come dicevo - di fare “scouting”, spera che questi turisti della politica nell’albergo a 5 stelle, questi ospiti improvvisati della politica, che vengono in massa dalla sinistra, scappino di mano a Grillo e possano dargli i numeri per far nascere un esecutivo che avrà come primi obiettivi quelli che abbiamo visto prima, e già che ci siamo, magari dichiarare ineleggibile Berlusconi che è la trovata degli ultimi giorni.
    Dopo la catastrofe Monti, noi abbiamo messo a punto un programma di riforme e di grande rilancio dell’economia, con al primo posto l’abbassamento della pressione fiscale che è insopportabile sulle famiglie e sulle imprese. 
    La nostra ricetta liberale per uscire dalla recessione e rilanciare l’economia. E’ una ricetta che ha sempre funzionato e che in sintesi dice: Meno tasse sulle famiglie, sulle imprese, sul lavoro producono più consumi, più produzione, più posti di lavoro con la conseguenza di maggiori entrate nelle casse dello Stato che recupera così quanto serve per aiutare chi è rimasto indietro.
    Non ci sono altre soluzioni per l’Italia.
    Altrimenti non c’è che il voto.
    Intanto una cosa è certa:
    tutti i temi che abbiamo affrontato nella campagna elettorale sono diventate altrettante proposte di legge, che stiamo per depositare alla Camera e al Senato. Già martedì prossimo, a Montecitorio e a Palazzo Madama, depositeremo le prime quattro proposte:
-    per la detassazione totale delle nuove assunzioni, a favore di giovani o di disoccupati;
-    per il pagamento dei debiti dello Stato verso le imprese;
-    per l’abolizione dell’Imu sulla prima casa e sui terreni agricoli, e per il rimborso dell’Imu pagata nel 2012;
-    per una radicale revisione dei poteri del mostro chiamato Equitalia. 
    Se fossimo stati, o se fossimo al Governo, avremmo fatto esattamente le stesse cose. Per noi, i temi centrali sono e restano quelli che importano davvero agli italiani, alle famiglie e alle imprese. 
    Gli altri chiacchierano, noi continuiamo a lavorare per il grande cambiamento. 


    Noi, diversamente dagli altri, non abbiamo dovuto cambiare idee e obiettivi. Per noi resta decisivo sconfiggere le tre oppressioni: l’oppressione fiscale, l’oppressione burocratica, l’oppressione giudiziaria.     Dell’oppressione fiscale, abbiamo già detto, ma voglio aggiungere qualcosa. Con pazienza, per mesi, abbiamo cercato di limitare l’effetto debilitante delle politiche fiscali negative di Monti, che non condividevamo, e alla fine abbiamo suonato lo squillo di tromba della riscossa: sfido chiunque a dimostrare che questo squillo non sia stato udito in ogni parte d’Italia e che non sia risultato per molti milioni di italiani un discorso liberatorio, lucido e rigorosamente costruito nell’interesse del paese che tutti amiamo.
    Le banche devono riprendere a erogare il credito. La pubblica amministrazione deve onorare i suoi debiti con sollecitudine. La domanda interna di beni e servizi deve crescere rigogliosamente. Lo Stato deve fare un passo indietro abbassando il carico fiscale abnorme che impone su cittadini, imprese e lavoro. Le sole esportazioni, che sono una delle maggiori glorie della nostra capacità di crescere, non bastano a rimettere in moto il Paese.
    L’Europa della moneta unica non è nostra nemica. Nostro avversario è l’egoismo dei poteri nazionali, la boria di chi si sente egemone e non riesce a ragionare in una logica cooperativa e davvero sopranazionale. Noi italiani siamo un pilastro, con francesi e tedeschi, della costruzione europea, e abbiamo tutta l’autorità per rivendicare con fermezza la ripresa di politiche espansive, la rimobilitazione di capitali, di lavoro e di tecnologie allo scopo di aumentare il prodotto e la ricchezza sociale che si producono nell’area dell’euro.
    Noi avvertimmo per primi i rischi per la bassa produttività, per l’economia stagnante, per l’incapacità di stimolare, anzi di frustare, il cavallo dell’economia in Italia e in Europa. Non siamo stati ascoltati. Un presidente del Consiglio ha poteri limitati. 
In certi casi può soltanto denunciare, dire le cose come stanno, ma le leve operative gli sfuggono. Soprattutto se ha una maggioranza ristretta o, comunque, un fronte di opposizione che è fatto non tanto dai partiti che hanno perso le elezioni quanto da magistrati, mass media e lobby influenti interne ed estere.
 Quanto all’oppressione burocratica, siamo qui per affermare la necessità della riduzione della macchina dello Stato. Una macchina che non soltanto costa ad ogni cittadino italiano il 30% in più di quel che costano gli altri Stati ai loro cittadini, ma che ci impedisce di intraprendere, di lavorare, di sentirci liberi cittadini di uno Stato che ci garantisce e ci protegge, invece che cittadini di uno Stato che ci è ostile o addirittura nemico. 
    Ma siamo qui anche per dire basta all’uso della giustizia come arma contro gli avversari politici. I magistrati non devono soltanto essere imparziali, devono anche apparire imparziali. Per questo vogliamo affermare il diritto di un cittadino e ancor più di chi è stato eletto dal popolo a chiedere e a ottenere la revoca e la sostituzione di un PM o di un giudice che militi in una corrente della magistratura ideologizzata e politicizzata, che lo considera un nemico politico e usa contro di lui l’arma della Giustizia per combatterlo e danneggiarlo. 
    Oggi non voglio parlarvi delle assurde vicende giudiziarie di cui sono oggetto, perché tutto il tempo deve essere dedicato ai vostri problemi, ai problemi dell’Italia, mentre una sinistra irresponsabile gioca con le sorti del Paese.
    Però lasciatemi dire che solo io potevo resistere a tutte le false accuse e a tutto il fango che mi è stato gettato addosso in questi anni; solo io potevo resistere al dolore che queste vicende provocano e alle straordinarie spese sostenere.
    La riforma della giustizia deve essere fatta per tutti i cittadini. Perché non accada a nessuno ciò che è accaduto a me in questi anni.
    Intercettazioni, perquisizioni, visite fiscali, testimoni intimiditi e maltrattati, migliaia di udienze fissate anche di sabato in Tribunali deserti.
    Le nostre leggi, i disegni di legge che depositeremo sono per voi, per tutti i cittadini per difendervi e per rafforzare la magistratura sana che ogni giorno rende un grande servizio al Paese.
    Noi non vogliamo una magistratura che sia succube della politica.
    La magistratura deve essere libera. 
    Ma libertà non significa arbitrio.
    La magistratura non deve essere al di sopra del popolo ma deve dispensare giustizia in nome del popolo.
    Non può, senza mandato popolare, far cadere governi o decidere le leggi che il Parlamento deve approvare o non approvare.
    Quando un magistrato decide di fare politica tramite il suo ruolo, utilizzando la toga che indossa, è un fatto gravissimo che incide sulla libertà di tutti noi.
    È come se l’arbitro di una partita di calcio fosse un giocatore di una delle due squadre in campo.
    Ciascuno di voi ben comprende come in tal modo la partita venga falsata e la sconfitta dell’altra squadra sia più che sicura. 
È contro questa situazione che noi dobbiamo impegnarci.
    Vedete, qualcuno parla di Berlusconismo, qualcun altro ha detto che Silvio Berlusconi non è più solo il nome di una persona, ma è il nome di una storia. Permettetemi di dirlo: la nostra storia. 
    E’ il nome di chi ha avuto la forza e il coraggio di contrapporsi a una sinistra illiberale, che concepisce solo la demonizzazione dei suoi avversari, e la loro eliminazione politica o addirittura fisica. 
    E’ il nome di chi ha voluto e saputo aggregare la maggioranza degli italiani che non vogliono questa sinistra, unendo i cattolici e i laici, i liberali, i riformatori, i modernizzatori, tutti i cittadini che vogliono il cambiamento. 
    E’ il nome di chi non si è arreso alle aggressioni, ma ha risposto moltiplicando ad ogni agguato l’amore per la democrazia e la passione per la libertà. 
    E’ il nome di un italiano che non ha paura, che non si è fatto e non si farà intimidire, e che tanti italiani hanno riconosciuto e riconoscono come guida in una battaglia nell’interesse di tutti. Questo italiano è qui davanti a voi, e si impegna a continuare la sua storia insieme alla vostra.
    Siamo qui, più forti di prima e, ringraziando il cielo, siamo diversi da loro, che sanno solo invidiare e disprezzare, che hanno perso la speranza e gli ideali, e sono posseduti da una forza che è solo negativa e distruttiva. Ma il nostro amore e le nostre convinzioni, le nostre idee e le nostre speranze, sono più forti del loro odio. 
    Non riusciranno a toglierci la parola, il pensiero, il legame che ci unisce a milioni di altre donne e uomini che condividono la nostra stessa passione per la libertà.
    C’è una frase di Gandhi che mi ha commosso: “Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono, poi vinci”. 
    Sono sicuro che sarà così anche per noi. 
    Lotteremo in Parlamento per difendere il voto di 10 milioni di italiani. Ma saremo anche nelle piazze, nelle strade, con la gente. E oggi, da questa piazza, vogliamo dare inizio a un nuovo modo di fare politica, per far vivere insieme la democrazia rappresentativa e la democrazia diretta, il Parlamento e la partecipazione. 
    Siamo donne e uomini responsabili. Ma non possiamo accettare che la democrazia e la libertà siano calpestate da chi vorrebbe annientare gli avversari politici per via giudiziaria.
     Non possiamo accettare che la democrazia e la libertà siano calpestate da chi vorrebbe cancellare il voto e i diritti fondamentali di un terzo degli italiani. 
    Noi non lo consentiremo. 
    Sentiamo parlare di vecchie alchimie e di doppi binari, magari per conquistare anche la Presidenza della Repubblica.
    Non ci stiamo.
    O si fa un governo forte che coinvolge in un momento così grave tutte le forze politiche responsabili nell’interesse del Paese, oppure si va al voto.
    Non ci sono alternative.
    In ogni caso noi saremo in campo e ci impegneremo con rinnovata energia, con la stessa passione di sempre e ancora di più, con la nostra inestinguibile voglia di lottare per la libertà. 
    Forza Italia, viva l’Italia, viva la Libertà.
    Vi abbraccio uno ad uno.