venerdì 26 ottobre 2012

LA NOCE: UNA FRAZIONE ABBANDONATA DALL’AMMINISTRAZIONE ALBINETANA

E’ passato un anno esatto dal comunicato stampa dell’amministrazione comunale di Albinea che annunciava l’inizio dei lavori riqualificazione del centro della frazione “Noce”: “la realizzazione di un percorso pedonale nel centro della frazione che, lungo Via San Giacomo, attraversa il Rio Lodola e prosegue sul lato ovest di Via Campanini, raggiungendo il Bar Ristorante Noce”.


Ad inizio 2012 inoltre l’amministrazione ha sottolineato in un nuovo comunicato come i lavori fossero in fase di completamento: “terminata la zona che attraversa l’abitato, proseguono quelli che riguardano il tratto di Via San Giacomo che dal torrente Lodola conduce al Ristorante Noce”.

Comunicati che, a detta del nostro gruppo consiliare, non corrispondono al vero dato che non solo nel secondo tratto non è stato eseguito nulla, non è nemmeno completata la zona che attraversa il centro.

Insoddisfatti dei lavori svolti abbiamo presentato un’interpellanza che è stata discussa in consiglio comunale il 28 Maggio: l’amministrazione ci ha risposto che a distanza di pochi giorni ci sarebbe stato un colloquio con l’impresa per far ripartire celermente i lavori.

Da allora i cittadini della Noce brancolano nel buio…che i nostri virtuosi amministratori si siano dimenticati di loro? Non solo, li prendono anche in giro!

Nel comunicato stampa di Luglio infatti , in cui si annunciava l’inizio dei lavori di riqualificazione del borgo di Broletto, la riqualificazione della Noce veniva citata come esempio: “Il recupero dei Borghi Storici con nuovi interventi di riqualificazione rappresenta uno dei punti fondanti il programma di mandato, che questa Amministrazione sta puntualmente portando avanti. Dopo Borzano e Noce anche Broletto vedrà portare a termine i lavori che consentiranno di apprezzare le bellezze paesaggistiche e storiche che caratterizzano il piccolo centro”.

Comunicato di Luglio che, neanche a farlo apposta, è risultato estremamente umiliante per i cittadini dato che è coinciso con la sagra della piccola frazione, che si è ritrovata in una serata di preghiera e di festa per ricordare il patrono San Giacomo, serata in cui tutti hanno potuto verificare quanto i comunicati fossero del tutto inesatti.

I cartelli che indicano che il cantiere è in corso sono ancora tutti al loro posto, ma in realtà si è sempre fermi allo stesso punto.

Solo il numero degli abitanti, e quindi i loro voti, contano per l’amministrazione? Un bravo amministratore non deve forse trattare allo stesso modo sia il capoluogo che le frazioni minori? Oppure dove c’è minor tornaconto elettorale i lavori pubblici non sono prioritari?

In questi giorni purtroppo viene spenta la prima candelina, un anno di promesse, rinvii e lavori non eseguiti. Ma è un compleanno triste, non c’è proprio nulla da festeggiare

Berlusconi: Non mi ricandido premier. Primarie del Pdl il 16 dicembre



"Per amore dell’Italia si possono fare pazzie e cose sagge. Diciotto anni fa sono entrato in campo, una follia non priva di saggezza: ora preferisco fare un passo indietro per le stesse ragioni d’amore che mi spinsero a muovermi allora. Non ripresenterò la mia candidatura a Premier ma rimango a fianco dei più giovani che debbono giocare e fare gol. Ho ancora buoni muscoli e un pò di testa, ma quel che mi spetta è dare consigli, offrire memoria, raccontare e giudicare senza intrusività




Con elezioni primarie aperte nel Popolo della Libertà sapremo entro dicembre chi sarà il mio successore, dopo una competizione serena e libera tra personalità diverse e idee diverse cementate da valori comuni. Il movimento fisserà la data in tempi ravvicinati (io suggerisco quella del 16 dicembre), saranno gli italiani che credono nell’individuo e nei suoi diritti naturali, nella libertà politica e civile di fronte allo Stato, ad aprire democraticamente una pagina nuova di una storia nuova, quella che abbiamo fatto insieme, uomini e donne, dal gennaio del 1994 ad oggi.





Lo faranno con un’investitura dal basso nella quale ciascuno potrà riconoscere non solo i suoi sogni, come in passato, e le sue emozioni, ma anche e soprattutto le proprie scelte razionali, la rappresentanza di idee e interessi politici e sociali decisivi per riformare e cambiare un paese in crisi, ma straordinario per intelligenza e sensibilità alla storia, che ce la può fare, che può tornare a vincere la sua battaglia europea e occidentale contro le ambizioni smodate degli altri e contro i propri vizi. Siamo stati chiamati spregiativamente populisti e antipolitici della prima ora. Siamo stati in effetti sostenitori di un’idea di alternanza alla guida dello Stato sostenuta dal voto popolare conquistato con la persuasione che crea consenso. Abbiamo costruito un’Italia in cui non si regna per virtù lobbistica e mediatica o per aver vinto un concorso in magistratura o nella pubblica amministrazione. Questa riforma ’populista’ è la più importante nella storia dei centocinquant’anni dell’unità del Paese, ci ha fatto uscire da uno stato di sudditanza alla politica dei partiti e delle nomenclature immutabili e ha creato le premesse per una nuova fiducia nella Repubblica".



Sono personalmente fiero e cosciente dei limiti della mia opera e dell’opera collettiva che abbiamo intrapreso, per avere realizzato la riforma delle riforme rendendo viva, palpitante ed emozionante la partecipazione alla vita pubblica dei cittadini. Questo non poteva che avere un prezzo, la deriva verso ideologismi e sentimenti di avversione personale, verso denigrazioni e delegittimazioni faziose che non hanno fatto il bene dell’Italia. Ma da questa sindrome infine rivelatasi paralizzante siamo infine usciti con la scelta responsabile, fatta giusto un anno fa con molta sofferenza ma con altrettanta consapevolezza, di affidare la guida provvisoria del paese, in attesa delle elezioni politiche, al senatore e tecnico Mario Monti, espressione di un Paese che non ha mai voluto partecipare alla caccia alle streghe.



Il presidente del Consiglio e i suoi collaboratori hanno fatto quel che hanno potuto, cioè molto, nella situazione istituzionale, parlamentare e politica interna, e nelle condizioni europee e mondiali in cui la nostra economia e la nostra società hanno dovuto affrontare la grande crisi finanziaria da debito. Sono stati commessi errori, alcuni riparabili a partire dalle correzioni alla legge di stabilità e ad alcune misure fiscali sbagliate, ma la direzione riformatrice e liberale e’ stata sostanzialmente chiara. E con il procedere dei fatti l’Italia si e’ messa all’opera per arginare con senso di responsabilità e coraggio le velleità neocoloniali che alcuni circoli europei coltivano a proposito di una ristrutturazione dei poteri nazionali nell’Unione Europea. Il nostro futuro è in una Unione più solida e interdipendente, in un libero mercato e in un libero commercio illuminato da regole comuni che vanno al di là dei confini nazionali, in una riaffermazione di sovranità che è tutt’uno con la sua ordinata condivisione secondo regole di parità e di equità fra nazioni e popoli. Tutto questo non può essere disperso.





La continuità con lo sforzo riformatore cominciato diciotto anni fa è in pericolo serio. Una coalizione di sinistra che vuole tornare indietro alle logiche di centralizzazione pianificatrice che hanno prodotto la montagna del debito pubblico e l’esplosione del paese corporativo e pigro che conosciamo, chiede di governare con uno stuolo di professionisti di partito educati e formati nelle vecchie ideologie egualitarie, solidariste e collettiviste del Novecento. Sta al Popolo della Libertà, al segretario Angelino Alfano, e a una generazione giovane che riproduca il miracolo del 1994, dare una seria e impegnativa battaglia per fermare questa deriva".